di Gaetano Gorgoni
Dopo aver fatto lo scheletro, hanno finito i soldi: oggi, per completare quella che doveva essere la nuova sede comunale ci vorrebbero 7-8 milioni di euro. Per abbatterlo bastano 92 mila euro: quest’ultima è la strada scelta dall’attuale amministrazione in carica. Risale al 1984 la delibera per costruire il mostro incompiuto: 1 miliardo e 350 milioni di lire la spesa. Soldi buttati, che costringono il Comune di Nardò a spendere quasi 100 mila euro per cancellare per sempre uno sfregio ambientale, che oscurava la campagna alle sue spalle. Un ammasso di cemento, che sorge di fronte alla Chiesa dell’Incoronata, entro Natale, per fortuna, non ci sarà più. “Furono date laute consulenze: proprio ieri ho trovato la delibera che risale al tempo in cui sono nato, l’84 – spiega il sindaco Pippi Mellone – Questo abbattimento ha un significato anche simbolico: ora nascerà un grande parco. Entro fine Natale questo brutto mostro lungo 1400 metri quadrati sarà solo un ricordo”.
Il paesaggio rurale viene spezzato e sfregiato per oltre 30 anni: è solo un episodio della lunga storia della “cementificazione selvaggia”, che tra gli anni ‘70 e ‘80 ha violentato e cambiato per sempre i connotati del paesaggio salentino. Oggi è l’epilogo. Ad abbatterlo la stessa ditta che butto giù Punta Perotti, in regime di subappalto. “Ho conservato alcune pietre di Punta Perotti – spiega il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, davanti alla stampa – Il sindaco Mellone sta lavorando bene in questa città. Oggi è un giorno triste per lo spreco di denaro dei contribuenti, ma c’è anche il lieto evento della nascita di un parco”. Tra i rappresentanti delle istituzioni presenti anche la vicepresidente della Provincia di Lecce, Paola Mita: “Dai tempi della mia infanzia una presenza orripilante sfregiava il paesaggio: dopo tante promesse, finalmente l’amministrazione Mellone ha provveduto a eliminarla”. La pinza comincia il suo lavoro: dopo troppi anni, finalmente è arrivata.