LECCE – Un’organizzazione italo-marocchina, capace di muovere mensilmente ingenti quantitativi di hashish, cocaina e marijuana. Un’associazione per delinquere composta da circa una quarantina di persone, che avrebbe gestito il traffico di stupefacenti nel basso Salento, allungando i loro tentacoli anche sulla città di Lecce. E che, inoltre, disponeva di tante armi, tra cui anche due detonatori, fucili, pistole ed un silenziatore.
Sono nove in tutto gli arresti eseguiti all’alba dagli agenti della squadra mobile della Questura di Lecce, che hanno disarticolato un gruppo criminale dedito al traffico di droga importata da Spagna, Marocco e Calabria. Per le restanti persone, il pubblico ministero della Dda Carmen Ruggiero aveva chiesto l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare, ma il gip Antonia Martalò ha emesso i provvedimenti restrittivi soltanto nei confronti delle nove persone, ritenuti i “vertici” del sodalizio.
In carcere sono finiti cinque salentini, un biscegliese e tre marocchini. Si tratta di: Antonio Cosimo Drazza, 36enne di Copertino; Salvatore Cagnazzo, 44enne di Leverano; Giovanni De Mitri, 67enne di Lecce; Cosimo Albanese, 65enne di Veglie; Francesco Vantaggiato, 31enne di Nardò; Giacomo Mastropasqua, 43enne di Bisceglie; Abderrazak Hachouch, detto Antonio”, 49enne; Abdelkhalek Antra, alias “Hmida”, 44enne e Aziz Hamdi, 39enne, quest’ultimo ancora irreperibile.
Le indagini degli poliziotti, avviate agli inizi del 2014, sono proseguite per quasi due anni, terminando nei primi mesi dello scorso anno. Partendo dai singoli episodi di spaccio avvenuti nei territori di Nardò e Taurisano, gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’intera filiera del traffico di stupefacenti, che si estendeva anche in tanti comuni limitrofi – come ad esempio Leverano, Copertino, Nardò e la marina di Sant’Isidoro – giungendo anche nel capoluogo.
Al vertice del gruppo – secondo gli investigatori – vi sarebbero stati il salentino Drazza ed il marocchino Hachouch, che avrebbero gestito i traffici, anche trasnazionali, di ingenti quantitativi di stupefacenti da immettere sul mercato salentino e non solo.
Gli uomini della squadra mobile leccese, coordinati dal dirigente Alberto Somma, oltre ad individuare i ruoli dei componenti dell’associazione, hanno consentito anche di accertare i vari canali di approvvigionamento dello stupefacente, in particolare della cocaina e dell’hashish: la prima giungeva nel Salento direttamente dalla Calabria (o talvolta dalla Bat) attraverso corrieri; la seconda, invece, veniva importata direttamente dal Marocco (grazie ad uno dei marocchini arrestati, referente dell’organizzazione nel paese nordafricano) o dalla Spagna e dalla penisola iberica.
Durante l’attività investigativa, i poliziotti hanno sequestrato ben 20 chili di hashish e 2 chili di cocaina. Ma soprattutto hanno recuperato un piccolo arsenale: due detonatori, una carabina, un fucile a canne mozze, una pistola, un revolver, un silenziatore e circa 200 proiettili di vario calibro. Armi che, secondo gli investigatori, sarebbero servite per imporre la propria presenza sul territorio o “risolvere” qualsivoglia tipo di controversia.