LECCE – Monsignor Michele Seccia, oggi 2 dicembre, ha preso pubblicamente possesso della diocesi di Lecce, dopo una lunga e sentita cerimonia, diventandone custode. Tale atto giuridico disciplinato dal diritto canonico, non si esaurisce in un’arida procedura, ma rappresenta un impegno responsabile dinanzi a tutta la comunità ecclesiale.
Finalmente il vescovo Michele è tra la comunità, tra il popolo leccese che da tempo attendeva questo momento.
Il nuovo arcivescovo ha raggiunto il Duomo dopo un lungo percorso contrassegnato dall’incontro con i giovani e con le istituzioni.
Il primo appuntamento alle 15 presso la casa madre delle suore salesiane dei Sacri Cuori, dove è stato accolto dai giovani delle diverse parrocchie diocesane; poi la casa della Carità, dove ha incontrato gli operatori della Caritas e i suoi ospiti. Si continua con la sosta in piazzetta Santa Chiara, l’incontro con i giovani e un primo loro dono dal significato simbolico: un libro bianco su cui scrivere, insieme, una bella pagina della storia della Chiesa di Lecce.
Il passaggio a Palazzo Carafa dove l’arcivescovo ha ricevuto il saluto del sindaco Carlo Salvemini, del presidente della provincia Antonio Gabellone e degli altri sindaci dei comuni dell’arcidiocesi.
A seguire sosta presso la Chiesa di Sant’Irene dove, avvenuto l’incontro con i sacerdoti e i religiosi, è iniziata la preparazione per l’ingresso al Duomo: preghiera davanti al tabernacolo, saluto di monsignor Vincenzo Marinaci, vestizione con gli abiti religiosi.
La cerimonia ha finalmente inizio. Perché di tutte le tappe, importanti e significative, quella che sostanzialmente dà voce a tutti, unisce le anime e i cuori di tutti , è la celebrazione in cattedrale.
È suggestivo e nello stesso tempo emozionante sentire i commenti della gente comune, che non sa nulla o ben poco del nuovo arcivescovo, probabilmente visto soltanto in qualche foto pubblicata dalle diverse testate giornalistiche. Aneddoti, notizie captate qua e là, attesa.
E l’attesa si tinge di tinte più forti, tanto più che l’ingresso di monsignor Michele Seccia coincide con la prima domenica d’Avvento. Un’attesa significativa e ‘significante’ : la grande attesa della venuta di Gesù , l’attesa del nuovo pastore tra noi. L’attesa di un arcivescovo che sia, come i suoi predecessori, una guida, un padre che accompagni sulla strada della ‘buona novella’.
Ed ecco sulla porta del Duomo il bacio del crocifisso, presentato al vescovo Michele da monsignor Luigi Manca, presidente del Capitolo; sull’altare la lettura della Lettera Apostolica e la consegna dalle mani del cardinale Salvatore De Giorgi del pastorale di legno d’ulivo e argento, simbolo della tradizione e della cultura della terra salentina, dono della diocesi; infine il saluto del delegato ad omnia monsignor Pierino Liquori, già vicario generale. In sintesi.
“Eccellenza per il suo sì tutti oggi rendiamo grazia”.
L’arcivescovo Michele siede sulla cattedra, accompagnato da un lungo applauso.
Chiesa di Dio, popolo in festa è il canto magistralmente intonato dal coro, che inebria la cattedrale. Sì ci sentiamo tutti Chiesa di Dio e un popolo, quello diocesano, in festa: “Alleluia!”. L’assemblea coinvolta si unisce al coro.
La partecipazione composta e commossa esprime i sentimenti di accoglienza di tutti i fedeli, soprattutto di quelli che, nelle ultime file, spesso i più anziani , nei posti non riservati, al freddo godono di un solo istante del sorriso rasserenante, carico di soffocata emozione del loro vescovo.
Il suo sguardo decisamente commosso.
Eh sì perché il vescovo è di tutti e per tutti, è dinanzi a noi ma con noi, tutti noi. E non per i ‘riservati’ o ‘fortunati’.
La Messa ha inizio. Rimaniamo in ascolto. Recita delle letture e del brano del Vangelo. Colpisce lo sguardo dell’ arcivescovo Michele rivolto verso l’assemblea. Dopo una breve pausa la sua riflessione, che rivolge il primo pensiero a papa Francesco per la fiducia, invitando tutta la comunità a pregare per lui. È bello ritrovarsi insieme come testimonianza dell’unica fede. Occorre annunciare Cristo divenendo missionari, toccando delle realtà difficili, lontane, dando senso alla nostra identità. Rivolgendosi ai presbiteri auspica la condivisione del ministero pastorale. Il saluto alle autorità . A tutti i fratelli dell’amata Chiesa di Lecce e ai fratelli delle altre confessioni religiose porge il suo saluto fraterno, aperto al dialogo. “Voi tutti pregate per me , chiede il vescovo, perché diventi giorno dopo giorno degno di vivere questo ministero, in nome della gioia, che nasce dalla fede, si condivide nell’amore, si consolida nella carità, dando senso alla vita di chiunque qualunque sia la vocazione di ognuno”. La nostra unica grande famiglia è la Chiesa di Cristo.
“Pregate per me, ma ricordate che anche voi siete chiamati a rendere più bella la Chiesa di Lecce”, sotto la guida di Sant’Oronzo e di Maria, nostra Madre.
Conclude l’arcivescovo Michele:
“Lo Spirito Santo faccia di questa Chiesa di Lecce un cenacolo con le porte spalancate sul mondo”.
E tutti noi saremo con te, accompagnati dalla serenità della tua voce, dalla forza della tua fede, ‘collaboratori’ attivi della tua gioia.
Benvenuto tra noi!
Flavia Carlino