di Gaetano Gorgoni
CAVALLINO – Incontenibile, provocatore, sfacciato e spavaldo come sempre, Vittorio Sgarbi è un fiume in piena che travolge lo spettatore: lo si ama o lo si odia, senza mezze misure. Il critico d’arte si presenta al teatro di Cavallino per uno spettacolo sull’arte, ma lo show lo fa soprattutto dietro le quinte, come potrete vedere cliccando sull’immagine all’interno di questo articolo. Parla mentre si cambia le calze, sputa la bevanda che gli hanno portato e sfotte la sua collaboratrice: è un “reality Sgarbi” sempre più fuori dagli schemi. il professore oggi vuole far rinascere la politica attraverso un movimento che ricorda gli anni più splendenti dell’arte italiana. Rinascimento è pronto a dare man forte a Silvio Berlusconi: potrebbe essere un centrodestra a cinque punte (non solo con la quarta gamba). “Mi preparo a fare l’assessore in Sicilia, dove ho vinto le elezioni: con questo partito punto a rinnovare la politica italiana investendo sull’arte e sulla cultura”. Intanto, però, dietro le quinte punta a una giornalista bionda che lo ha intervistato.
C’è ancora Silvio Berlusconi a capo della coalizione di centrodestra, anche se Salvini scalpita, quanto potrà durare ancora la vita politica del leader di Forza Italia, capace di unire ed essere il cemento della coalizione? “Sei mesi” – ironizza Sgarbi alla fine dell’intervista. Insomma, con il centrodestra unito il professore vuole replicare l’avventura siciliana e prendere il posto di Franceschini al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Vittorio Sgarbi svela alcune candidature e anche il retroscena sul no dell’ex ministro di Maglie: “Candiderò Tremonti, Morgan, Simona Ventura, Fausto Leali e Piergiorgio Odifreddi: personaggi popolari, ma anche tanto altro. Ho provato a chiedere a Raffaele Fitto di candidarsi con me, ma ha preferito Scelta Civica. A me dispiace per lui, perché è un bravo ragazzo. Ora, però, non si capisce cosa voglia fare con i centristi. Con me avrebbe avuto più garanzie”.
Il professore è durissimo con Michele Emiliano in un intervista rilasciata ad alcuni colleghi: “Siamo amici, ma sta facendo il demagogo con tap. Dovevano protestare contro il fotovoltaico nelle campagne, per lo scempio che ha fatto Vendola. Allora dov’erano?”. Dopo lo show dietro le quinte, Sgarbi sale sul palco: non ci sono le immagini da commentare. Il suo spettacolo si basa sul commento di alcune grandi opere. Il monologo, quindi, risulta penalizzato dall’assenza di filmati, ma lui riesce ugualmente a conquistare il pubblico con le parole, su una scena scarna. L’inizio è un po’ grottesco, col professore che cerca sul cellulare un canto della Divina Commedia che vuole citare: poi chiede l’aiuto dal pubblico e qualcuno gli presta un cellulare dove il canto si può leggere. Dopo questo intoppo, lo spettacolo va avanti, sul palco, dietro le quinte e fuori.