F.Oli.
SQUINZANO (Lecce) – Cade definitivamente l’aggravante mafiosa per Salvatore Milito, 45 anni di Squinzano, (difeso dall’avvocato Cosimo Rampino) e per Salvatore Intermite, di 40, residente a Taranto, (rappresentato dall’avvocato Angelo Casa) coinvolti nell’inchiesta sul tentato omicidio di Luca Greco e Marino Manca nel settembre del 2013. Lo ha stabilito la sezione promiscua della Corte d’appello di Lecce (Presidente Mele, relatore Invitto) dopo che la Cassazione aveva accolto il ricorso delle difese. Le condanne sono state così quasi dimezzate rispetto al primo grado: 11 anni e 4 mesi per Milito e 10 anni e 10 mesi per Intermite.
Quel giorno di fine estate, nell’abitazione di Greco, in contrada “Carli” nella campagne tra Squinzano e Trepuzzi, secondo la ricostruzione, si presentarono Milito (compaesano di Greco e Manca) e Intermite con il pretesto di acquistare una motocicletta. In realtà, secondo le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce e dai colleghi della stazione di Squinzano, l’acquisto di una moto avrebbe dovuto costituire il tranello per sigillare quell’incontro con un bagno di sangue.
Grazie alla precedente conoscenza di Milito con il padrone di casa, venne chiesta la presenza di Manca, proprietario del motociclo e non appena quest’ultimo raggiunse la villa si palesarono i reali motivi di quella visita. Intermite, secondo l’accusa, estrasse una pistola semiautomatica calibro 9 corto puntandola contro Manca ed esplose anche un colpo che non partì per l’inceppamento dell’arma. Intermite, sollecitato da Milito, dopo che Manca era riuscito a fuggire, cercò di “correre ai ripari” aggredendo Greco dapprima con la pistola e poi con un coltello con cui inflisse al padrone di casa ben ventiquattro fendenti ferendolo al torace, all’addome e alla nuca.
Il sicario e il suo complice si allontanarono non appena Greco cadde ferito al suolo. Le indagini consentirono di arrestare Milito il 26 settembre sempre del 2013 e circa un mese e mezzo dopo anche Intermite con l’accusa per entrambi di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’agevolazione dell’associazione mafiosa, aggravante caduta definitivamente.