LECCE – Si è svolto nel pomeriggio di ieri, 15 gennaio, presso l’episcopio di Lecce, il primo incontro tra i rappresentanti delle diverse confessioni religiose presenti a Lecce, evento promosso dall’Assessorato alle pari opportunità del Comune di Lecce.
L’incontro è nato dall’appello dell’Imam di Lecce, Saiffedine Maaroufi, che, attraverso la voce della Gazzetta del Mezzogiorno, ha lanciato l’appello di istituire a Lecce la Giornata del dialogo interreligioso, necessario per “combattere l’ignoranza e i pregiudizi” verso cittadini di diverse fedi e culture. Oltre il rappresentante della comunità islamica, hanno preso parte all’incontro Furio Aharon Biagini, rappresentante dell’ebraismo pugliese, la professoressa Isabelle Oztarciyan e Papas Giovanni Giannoccolo in nome della comunità ortodossa costantinopolitana, Padre Petre Laurentiu Sehiopu della comunità ortodossa rumena, la signora Vinujah Selvendiran della comunità Indù Tamil e i rappresentanti della comunità cattolica filippina . Gli esponenti delle Chiese valdesi e avventista, impossibilitati a partecipare, hanno dato il loro sostegno all’iniziativa.
L’arcivescovo Michele Seccia ha salutato tutti i presenti «La vostra presenza è un grande segno di amicizia, di una sensibilità sostenuta dalla certezza che la parola dell’amore è unica per tutti. Essa ci unisce e ci guida nella stessa direzione, verso l’assoluto che ci salva. Questo segno ci convince ancor di più che pur essendo distinti nella fede e nella cultura, non siamo distanti, ma uniti da valori comuni».
Ribadisce l’Imam Maaroufi «Sarebbe bello costruire un cammino condiviso che esalti i valori che ci uniscono e che ci veda uniti nella preghiera anche quando eventi drammatici etichettati da motivi religiosi, sconvolgono il cammino dell’umanità in tante parti del mondo».
All’incontro hanno preso parte anche alcuni esponenti della Caritas diocesana, dell’Azione Cattolica diocesana e dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Presente anche l’assessore alla cultura Antonella Agnoli.
Conclude l’Arcivescovo Seccia: «Anche noi in qualche modo, attraverso questa nostra testimonianza, operiamo tutti per il bene comune. Dobbiamo insieme continuare su questo binario coinvolgendo in questa avventura coloro che credono nella necessità di dover creare le condizioni per una convivenza pacifica nella nostra città e di dover allontanare con coraggio le diffidenze causate da azioni disumane che sicuramente non possono trovare fondamento e ragione in alcuna fede».
Manuela Marzo