E venne il 4 marzo! Ma prima ecco arrivare la stangata per le famiglie italiane. Una serie di aumenti: dalla luce al gas, dai carburanti ai servizi bancari, dai pedaggi autostradali alle rendite finanziarie e tanto ancora.
L’Authority per l’Energia ha infatti aggiornato le tariffe: per l’elettricità (+ 7%) e per il riscaldamento (+ 2,1%). Facendo due conti, per una famiglia che spende circa 535 euro all’anno di luce e 1.045 euro di gas, ci sarà un aumento complessivo di circa 59 euro, 37 euro per l’elettricità e 22 euro per il gas.
49 euro in più sono previsti per la tassa sui rifiuti, 18 euro per i servizi postali, 55 euro per i ticket sanitari, 37 euro per l’istruzione e 38 euro per i servizi bancari (ancora le banche).
Come se non bastasse, le associazioni dei consumatori si attendono pure un aumento di 25 euro, per ogni assicurato, delle polizze auto e 40 euro, per ogni automobilista, per i pedaggi autostradali, considerando gli adeguamenti tariffari già concordati dal Governo con i relativi gestori.
Quanto ai prezzi dei carburanti, in questi giorni un litro di benzina costa in Italia mediamente 1,58 euro e il diesel 1,45 euro, il 5,6% in più per litro di benzina ed il 6,7% per il gasolio (una buona parte di tale costo è rappresentato da accise).
Col petrolio a 60 dollari al barile e gli accordi per limitare la produzione sovietica e dell’Opec in vigore per tutto il 2018, la probabilità di ulteriori rincari è elevata ed è destinato a colpire in misura più che proporzionale le famiglie a reddito medio-basso.
Ma non è finita qui: Adusbef e Codacons sostengono che rincareranno di 97 euro anche i trasporti e ciò influirà sul costo delle merci con un aumento generalizzato ed indiscriminato.
Inoltre, il Governo ha deciso di estendere l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 26% anche ai dividendi e alle plusvalenze derivanti dalle “partecipazioni qualificate” (cioè quelle superiori al 2% del capitale di una società), facendo una grande cortesia ai ricchi. Secondo il Sole24Ore, infatti, la misura avvantaggerà coloro che incassano dividendi “nella fascia di reddito oltre i 75 mila euro” e che finora avrebbero pagato aliquote Irpef più elevate del 26%, mentre penalizzerà notevolmente “i contribuenti che incasseranno dividendi e che si troveranno negli scaglioni di reddito più bassi” (che finora pagavano meno del 26% di imposta). In altri termini, significa che i percettori di rendite finanziarie per € 8.000 ed € 80.000 verranno tassati allo stesso modo, con l’aliquota del 26%.
Insomma, un salasso da quasi 1.000 euro a famiglia. Gli italiani dovranno rinunciare alla palestra dei figli o alle loro lezioni di musica o ai controlli medici o ad altro. I rimedi per difendersi? Uno solo. Fare la fame. Secondo i più recenti dati dell’Istat, infatti, quasi un italiano su tre è a rischio povertà o esclusione sociale.
Cosa dire dei Governi degli ultimi sei anni? Nulla. Platone si rivolterà nella tomba: l’utopia (e solo quella) del suo miglior Stato possibile, della sua città ideale, di una società governata da una casta di illuminati al servizio dell’intera comunità, con Renzi & Co è, per sempre, divenuta “realtà”. Nient’altro. E meno male che sono “comunisti”.
Flavio Carlino