GALLIPOLI (Lecce) – Percosse, graffi e colpi sul corpo di un infante di pochi mesi. Da chi doveva accudirlo e aveva l’obbligo morale ed etico di crescerlo proteggendolo e coccolandolo. Una mamma, di 22 anni residente in un comune a pochi chilometri da Gallipoli, rischia di finire sotto processo con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravati così come riportato nella richiesta di rinvio a giudizio a firma della pm della procura di Lecce, Simona Rizzo. Ora il piccolo ha poco più di un anno ed è al sicuro. Si trova in una struttura con la madre e, per mesi, sarebbe rimasto in balìa delle violenze della donna poi finito anche in ospedale per le condizioni di salute sempre più precarie.
Percosse, graffi e colpi su tutto il corpo sin dai primi giorni di vita ipotizzano gli inquirenti. “Condotte di costante disinteresse verso i doveri genitoriali di assistenza concretizzatesi nella malnutrizione” viene riportato nel capo d’imputazione. L’infante non sarebbe stato sottoposto alle cure sanitarie nei suoi primi mesi di vita e la madre gli avrebbe imposto “una condizione di abituale e persistente sofferenza fisica e morale”. Per via di quelle condizioni di salute sempre più precarie ad ottobre del 2020 è finito in ospedale, a Gallipoli. Anche durante il ricovero la madre avrebbe maltrattato il figlioletto: ecchimosi all’orecchio e lesioni al collo del braccio destra e all’occhio sinistro e una ferita al labbro.
A gennaio del 2021, grazie all’intervento dei servizi sociali, è stato aperto un procedimento che ha interessato anche la Procura dei Minori. La giovane mamma, però, si è sempre difesa. Subito dopo la notifica dell’avviso di conclusione, nella giornata di venerdì 2 Luglio, la ragazza ha chiesto e ottenuto, per il tramite del suo avvocato Gianni Gemma, di essere interrogato dai poliziotti nel Commissariato di Gallipoli. In circa un’ora e mezzo la 22enne ha negato con forza di aver mai utilizzato metodi violenti sul figlio del quale peraltro si è anche tatuato il nome sul braccio per suggellare l’amore materno. E i lividi segnalati da un medico dell’ospedale di Gallipoli dove madre e infante sono stati ricoverati ad ottobre 2020? Il bimbo potrebbe esserseli procurati nel box o nella culla con la caduta accidentale di alcuni giochi. E poi lei era fuori di casa per la gran parte del giorno per lavoro e veniva seguito e accudito da alcuni familiari. Tutte argomentazioni che verranno ribadite nel corso dell’udienza preliminare.