Resta sotto sigilli la “Veronica Line”, il traghetto sequestrato in seguito all’operazione condotta nel settembre scorso dai carabinieri di mezza Italia, che ha fatto luce su un presunto traffico internazionale di stupefacenti, che si muoveva sull’asse Italia Albania.
Il Tribunale del riesame ha rigettato il ricorso presentato da un’impresa egiziana che sostiene di aver stipulato, prima del sequestro preventivo, un contratto d’acquisto con la società proprietaria dell’imbarcazione. Soci del gruppo che gestisce il traghetto, che si muoveva principalmente lungo la tratta Valona-Brindisi, sono i fratelli Primiceri, imprenditori di Casarano, attivi nel settore dei trasporti, arrestati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, nel corso della stessa operazione, coordinata, nella provincia di Lecce, dai sostituti procuratori Guglielmo Cataldi e Giuseppe Capoccia.
Dodici in tutto gli indagati fra Italia e Albania, per un giro di droga che sarebbe andato avanti per anni, e sequestri di beni per 20 milioni di euro.
L’intera indagine, lunga e complessa, fu avviata in seguito all’arresto di un albanese per spaccio, nel 2007 in Toscana, che aprì agli investigatori le porte di un sistema articolato in varie regioni italiane.