Martedì 24 luglio, alle ore 21,30, al Palazzo dei Celestini, a Lecce, i giovani allievi di canto del Conservatorio – formati nel laboratorio vocale di Amelia Felle – proporranno una versione quasi integrale dell’opera mozartiana “Le Nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart. Abbiamo incontrato Amelia Felle, soprano barese che insegna ormai da diversi anni al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce,
durante le prove della prossima produzione del Conservatorio salentino in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica ICO Tito Schipa di Lecce. “Amelia Felle, soprano dalla carriera internazionale che l’ha portata ad avere, negli anni, numerosi riconoscimenti ed essere considerata una delle più affermate voci italiane.
Oggi titolare della cattedra di Musica Vocale da Camera al Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce, è diplomata in Pianoforte e Canto.
Ha debuttato a Bari nel 1981 a soli 19 anni come soprano con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, in oratori di Vivaldi e Pergolesi. Ha vinto il Concorso Liederistico Internazionale di Finale Ligure ed il “Voci Nuove per la Lirica A. Belli” di Spoleto. Da questo momento ha debuttato nei ruoli principali di “Elisir d’amore”, “Don Pasquale”, “ Nozze di Figaro”, “Lucia di Lammermoor”, “Il Barbiere di Siviglia”di G. Rossini, il ruolo di Donna Anna nel “Don Giovanni” di W. A. Mozart, Jemmy il “Guglielmo Tell” di Rossini e tanti altri, esibendosi nei teatri più autorevoli e prestigiosi del mondo della lirica (Teatro Lirico di Montecarlo, Comunale di Bologna, Scala di Milano, Fenice di Venezia, Petruzzelli di Bari, Regio di Parma, Comunale di Modena, Comunale di Reggio Emilia… ) sotto la direzione di blasonate bacchette tra cui Peter Maag, Gianluigi Gelmetti, Riccardo Muti, Daniel Oren, Giuseppe Sinopoli, …
É opportuno parlare un po’ della sua carriera e dirci come sono stati i suoi esordi nel mondo della lirica
…del tutto casuali…in realtà sono pianista ed intorno ai 19 anni, durante l’anno del diploma di Pianoforte, incontrai per caso il soprano Cecilia Fusco, docente di canto in quegli anni presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. Suonando per una sua allieva accennai qualcosa … lei incuriosita volle farmi cantare dei brani e io lo feci … per me era semplice … due anni dopo mi diplomai in canto … ancora l’anno dopo vinsi il concorso Liederistico “Finale Ligure” e il Voci nuove per la Lirica “A.Belli” di Spoleto… poi l’incontro con il Maestro Gelmetti e con il Maestro Muti … ecco qui … la carriera partì.
Agli inizi della sua carriera avrà certamente avuto un ‘mito’ o un maestro cui ispirarsi: ci vuole dire se c’è chi perché?
La verità?… in quegli anni studiavo architettura e pianoforte e non avevo il tempo per altri interessi e se vogliamo dirla tutta, i miei miti erano alcuni grandi pianisti. Certamente conoscevo le grandi opere per formazione musicale, ma non ero assolutamente in contatto con il mondo della lirica.
La visione di uno splendido “ Don Giovanni “ di Mozart e una “Traviata” a Spoleto mi diedero però molto da pensare … la decisione di approfondire quell’interesse prendeva forma…
Lei ha cantato, nelle numerose produzioni, ruoli così differenti tra loro: quale le si avvicina di più come carattere?
Certamente mi son divertita in più di un personaggio! …in quanto al carattere, credo che in ogni ruolo eseguito io abbia ritrovato un po’ di me stessa.
E qual è il ruolo che più l’ha messa in difficoltà?
Ve ne sono diversi. Per esempio la Manon di Puccini per la lunghezza e le diverse vocalità da usare. Vespri siciliani ed Ernani per la difficoltà di scrittura del primo Verdi. Ma proprio per questo, riuscire ad eseguirli mi ha dato grande soddisfazione!
E quello che invece vocalmente la mette sempre a suo agio?
Molti ruoli mozartiani e rossiniani.
E sempre a proposito di ruoli, qual è il personaggio, mai interpretato, che costituisce il suo sogno segreto?
In merito a questo non ho mai avuto sogni!… Quello che accadeva era già l’avverarsi di un desiderio!
Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon cantante?
Pazienza, tenacia, musicalità, personalità, una presenza gradevole, cultura, diplomazia, lungimiranza, resistenza fisica, forza d’animo, forza fisica, solarità, senso pratico, presenza di spirito… devo continuare? È un mestiere veramente complesso.
È più facile fare carriera in Italia o all’estero?
…ora in Italia, per ovvie ragioni che non sto qui a ripetere. Sono sotto gli occhi di tutti!
E ora parliamo un po’ dell’altro suo aspetto artistico e professionale: l’insegnamento. Lei insegna al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce Musica Vocale da Camera e tiene continuamente Masterclass in Europa…
È stata una scoperta inaspettata anche questa. Mai avrei pensato di insegnare. Invece è accaduto e ne sono felice davvero. Insegno oramai da quindici anni ed ho avuto veramente grandissime gratificazioni da questa attività!… Non conto più i miei ragazzi vincitori di concorso. Credo siano più di quaranta, tra pianisti e cantanti. In particolare negli ultimi anni e nel recente passato due ragazzi hanno vinto il ”Belli” di Spoleto, un mezzosoprano ha vinto il “Toti dal Monte“ di Treviso, tre hanno vinto l’Aslico di Milano … due allieve di Lecce son state menzione speciale al Premio delle Arti dei Conservatori italiani ecc…
All’estero sto lavorando molto, è vero. Credo sia la forma mentale più razionale, da pianista, che mi rende relativamente più semplice spiegare uno strumento interno così complesso come quello vocale. E poi insegnare è una grossa sfida intellettuale!…e adoro le sfide!
Prossimamente, i suoi allievi debutteranno in “Le nozze di Figaro ovvero La folle giornata”. È una produzione particolarmente importante poiché la Fondazione ICO e il Conservatorio “Tito Schipa”, associati per l’occasione in un’iniziativa veramente speciale, metteranno in campo voci che correranno domani il mondo dell’opera internazionale…
Praticamente un’opportunità straordinaria per degli allievi del Conservatorio…
Anche questa è una sfida… e grande. Tutto è nato una sera a cena con i miei studenti. Li ho guardati e mi sono accorta che avevo tutte le voci dei ruoli principali a parte Contessa. Certo, dare ai più preparati il modo di capire come si prepara e si mette in scena in maniera professionale e non superficiale una produzione operistica non è stato semplice. I problemi sono tantissimi. Dalla preparazione musicale a quella tecnica. Dal trucco al costume. Dalla concertazione alla recitazione. Dalla memoria alla dizione.
Dall’idea alla pratica c’è voluta solo la sfacciataggine di chiedere al Maestro Marcello Panni se ci dava un grande supporto con la sua direzione e la presenza dell’orchestra Ico di Lecce.
Ha accettato!
Dicono che la fortuna aiuta gli audaci.
E ora: in scena!