VEGLIE (Lecce) – Prometteva posti di lavoro, ma in realtà era solo un truffatore. Seriale a quanto pare, dal momento che sarebbe riuscito a raggirare una ventina di persone, che abboccando alla truffa gli avrebbero consegnato somme di denaro.
Ieri il suo ultimo tentativo, che però gli ha fatto scattare le manette ai polsi con l’accusa di truffa aggravata. In giornata, però, è stato processato e scarcerato.
L’arrestato risponde al nome di Raffaele Faggiano, 54enne di Salice Salentino residente a Veglie, autista di pullman di una nota ditta di trasporto persone, arrestato in mattinata dai carabinieri della stazione di Veglie, in collaborazione coi militari dell’Aliquota Operativa di Campi Salentina.
I militari, nella giornata di ieri, hanno ricevuto la denuncia di una ragazza di Veglie, che era stata avvicinata dal 54enne, il quale le aveva prospettato l’assunzione nella sua ditta, dietro il pagamento di duemila euro.
Fiutando il tentativo di truffa, la giovane si è rivolta ai carabinieri che, dopo un controllo, hanno verificato come il Faggiano, negli ultimi mesi, era stato denunciato per avere tentato le stesse truffe tra Lecce, Porto Cesareo, Veglie, Salice, spingendosi anche nel brindisino a San Donaci e San Pancrazio Salentino.
D’intesa col pm Negro, i militari hanno così organizzato la trappola, scattata in mattinata in un bar di Veglie. Con la complicità della vittima della truffa, i militari hanno organizzato l’incontro col il truffatore, fissato per le 7.30 di stamattina, per la consegna di una prima trance della somma pattuita per il posto di lavoro: 500 euro.
Così, dopo aver fotocopiato le banconote, i carabinieri hanno circondato discretamente il bar. Ad un gesto della ragazza, precedentemente concordato per segnalare l’avvenuta consegna di denaro, i militari sono usciti allo scoperto ed hanno bloccato l’uomo, che in un primo momento si è difeso dicendo che si trattava di soldi prestatigli.
Incalzato dalle domande però, subito dopo è crollato ed ha ammesso la truffa. Ma non era un episodio isolato, come verrà scoperto poco dopo: durante le perquisizioni dell’auto e dell’abitazione, infatti, oltre i sei casi di truffa consumata già denunciati, dalle carte sequestrate sono emersi altri tredici casi di truffe, consumate ma non ancora denunciate. Le vittime del truffatore sarebbero una ventina di persone, alle quali Faggiano sarebbe riuscito a “vendere il posto di lavoro”, a prezzi variabili da un massimo di 12mila euro ad un minimo di mille, per un totale di circa 50mila euro.
Per ognuna delle vittime di questa truffa, infatti, sono state trovate, divisi in fascicoli nominativi, le foto tessera, le fotocopie dei documenti d’identità, le bozze dei contratti preliminari di assunzione, i certificati medici di idoneità al lavoro: tutta documentazione che il 54enne chiedeva per rendere più credibile la truffa.
In giornata, poi, Faggiano è stato scarcerato dopo essere stato giudicato per direttissima dinanzi al giudice Tosi. L’uomo, difeso dagli avvocati Rocco Vincenti e Gino Gioffredi, quest’ultimo del Foro di Brindisi, è stato condannato a nove mesi di reclusione (pena sospesa) e rimesso in libertà nonostante il pubblico ministero avesse ipotizzato l’accusa di truffa pluriaggravata e avesse chiesto la convalida dell’arresto e la misura dei domiciliari. Nel corso dell’interrogatorio, l’uomo ha confessato dichiarando di averlo fatto per necessità economiche.