Ha fornito una propria versione sul ferimento subito raccontando di aver reagito ad un tentativo di rapina. Massimo Caroppo, 46enne di Lecce, nelle scorse ore ha ricostruito quanto accaduto una settimana fa quando venne ferito con tre colpi di pistola, di cui due in pieno volto nei pressi di un vecchio deposito di auto rottamate nella zona di San Ligorio.
Secondo la sua ricostruzione, Caroppo stava rientrando a casa a bordo della sua Mercedes Classe E quando sarebbe stato affiancato da un’altra auto con a bordo almeno due persone che avrebbero cercato di bloccarlo per portargli via l’auto (dove però gli investigatori hanno trovato un caricatore e 4 mila euro in contanti).
Caroppo, per opporsi, sempre secondo la sua versione, avrebbe aperto lo sportello di guida e a quel punto sarebbe stato raggiunto da diversi colpi di pistola. Il racconto fornito dal 46enne, però, non convince gli investigatori che ritengono possa essere un tentativo di depistare le indagini dall’effettiva casuale di quel grave ferimento.
Il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Guglielmo Cataldi coordinati dagli agenti della Squadra mobile e l’accusa ipotizza prefigura scenari investigativi differenti: tentato omicidio aggravato dall’agevolazione mafiosa.
I poliziotti sono convinti che Caroppo (condannato di recente a 3 anni e 4 mesi in Appello per usura ma con precedenti per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga) sia arrivato in quella zona così isolata perché doveva incontrarsi con almeno due-tre persone poi diventate i suoi potenziali carnefici.
Di certo è che Caroppo è vivo per miracolo e nonostante le sue condizioni di salute stiano gradualmente migliorate non è escluso un suo trasferimento in una clinica specialistica di Milano per le lesioni subite in pieno volto.
F.Oli.