LECCE – La scorsa settimana il Corrieresalentino.it si è occupato delle controversie nate tra i dimissionari professori del Nucleo di Valutazione e il rettore Vincenzo Zara. In molti, soprattutto i professori vicini all’ex rettore Laforgia, hanno interpretato il gesto di mandare a casa prima del tempo consueto i valutatori (cioè 4 anni), dopo soli due anni, come una mossa politica: tra le righe, ad alcuni è sembrata quasi un’epurazione degli ex alleati. Le mail dei dimissionari, che abbiamo pubblicato, sono durissime, ma le critiche sono state respinte dal Magnifico, che ai nostri microfoni si è limitato a dire che tutto è in regola e che il Nucleo di Valutazione è stato considerato scaduto dal Senato accademico dopo la richiesta ottenuto dall’organo competente. Oggi sentiamo un professore di diritto, vicino all’ex rettore, che ha avuto un ruolo di primo piano nella vicenda: il professore Fernando Greco.
Professore Greco, lei era componente del precedente Senato Accademico nonché membro della Commissione che si occupò della vicenda del nucleo. Ci può chiarire le idee, dunque, su quello che è avvenuto.
«Tengo a precisare che nel dicembre scorso, in effetti, io avevo presentato un parere scritto al Senato. Questo parere precedeva la decisione del Senato di rivolgersi alla Commssione ex art. 58 di cui pure facevo parte. Nel parere io rilevavo che tutti i componenti del Nucleo avevano una durata del mandato diversa e che l’errore in cui si era incorsi consisteva nell’aver sostituito alcuni componenti del Nucleo, non ricordo se 2 o 3, con altrettanti componenti a cui si conferiva un mandato quadriennale talvolta rapportandone la scadenza al quadriennio del sostituito, talaltra no. In commissione non ci fu il numero legale e sostanzialmente emersero due interpretazioni, la mia e quella del prof. Carducci. In realtà il problema sembrava essere stato superato dalla stessa amministrazione che aveva conferito alla professoressa Amato dell’Università di Brescia l’incarico per l’intero mandato di quattro anni».
Secondo lei dunque si trattava di un errore?
«Ritenevo e ritengo di sì: un errore abbastanza grossolano. Non è un caso che quando noi della Commissione Statuto approvammo il Regolamento di funzionamento del Nucleo – e ci mettemmo un po’ – lo approvammo con una norma che affrontava e risolveva il problema in senso opposto, cioè affermando che il mandato del subentrante ad un componente cessato anticipatamente dalla carica durasse un intero quadriennio».
Si tratta di una conclusione eccezionale?
«Assoltamente no. E’ quella che si applica al Cda. Il Cda non ha una scadenza come organo, ma una scadenza che si riferisce ai mandati dei singoli. Soluzione pensata da chi ha redatto lo statuto peraltro in maniera consona per un organo ove siedono soggetti anche esterni e che assume decisioni delicate che richiedono la maturazione di un’esperienza e una conoscenza della macchina organizzativa di Unisalento che gli esterni al mondo accademico deve assimilare. Che questa dovesse essere la conclusione è dimostrato, secondo me, anche dall’inoperatività dell’art. 103 comma 3 che se davvero il Nucleo di valutazione fosse un organo elettivo andrebbe applicato. Esso prevede che Nel caso di cessazione anticipata del mandato di un membro elettivo di altro organo collegiale subentra il primo dei non eletti fino alla scadenza del mandato. Ove il subentro non sia possibile, si procede, entro trenta giorni, ad elezioni suppletive».
Crede che questa sia stata una scelta politica per arginare i cosiddetti laforgiani negli organi dell’Ateneo?
«Non voglio credere a questa eventualità e detesto le classificazioni: oltretutto se dovessimo parlare di appartenenza sarei in buona compagnia. Non posso immaginare una scelta politica da parte del Rettore (peraltro da noi fortemente sostenuto in campagna elettorale) e non penso neppure che alcune profonde lacerazioni del mio dipartimento siano in grado di incidere sulle scelte di carattere generale. Diversamente ci sarebbero obblighi di astensione. Ho un alto rispetto della mia Istituzione e preferisco pensare solo che ci sia stata un po’ di confusione. Vede, i pareri ai quali fa riferimento il Rettore provengono, prof. Carducci a parte, da alcuni colleghi del mio dipartimento ed in particolare per due di loro appartenenti al settore del diritto privato ovvero quello della professoressa Gorgoni oltre che il mio. Peraltro uno dei due docenti faceva parte anche della precedente commissione e prima del rinnovo del Senato non aveva mai espresso alcun punto di vista. Forse sarebbe bastato un confronto, magari anche una telefonata, visto che si stava mettendo in discussione un’interpretazione di un collega giurista per di più decidendo su una collega di area, ma mi rendo conto che non stiamo vivendo un momento di grande serenità nel nostro dipartimento».
Cosa pensa della prorogatio?
«Guardi io penso che si sia fatta, come detto, una gran confusione, certamente in buona fede. Non si può applicare la prorogatio, perché è stato erroneamente ritenuto un organo elettivo. E comunque mi sembra che non fosse umanamente e istituzionalmente possibile attendersi dai componenti del Nva una risposta diversa. Mi hanno molto colpito le parole di Margiotta che più di quelle degli altri esprimono un senso di grande disagio, che evidentemente era cresciuto nel tempo».
E adesso professore cosa accadrà?
«Vede, il sito istituzionale di ateneo reca pubblicità del bando per la sostituzione dei due componenti interni del NVA, scadenza termini per la presentazione delle domande 1 luglio u.s. Stranamente non c’è traccia di un bando per la sostituzione dei componenti esterni. A tal proposito sottolineo che già prima che il NVA fosse considerato un organo elettivo, la nomina dei componenti era avvenuta previa risposta ad una call. A maggior ragione dopo aver sancito expressis verbis che il nucleo di valutazione è un organo elettivo il Rettore dovrà far eleggere i relativi componenti all’esito di un bando. Di questo bando al momento mi pare che non ci sia traccia, almeno non sono riuscito a reperire alcunché. Eppure il termine per la presentazione della relazione conto consuntivo (30 giugno) e quello per la presentazione ad Anvur della relazione annuale (15 luglio) non consentono che si perda tempo».
Insomma un po’ di confusione?
«Guardi, occorrerà che a tutta la comunità accademica si offrano garanzie di trasparenza e di correttezza procedurale. Ora più che mai, dato il polverone che questa vicenda ha sollevato anche alla luce delle prese di posizione dei componenti del nucleo. Ricordo, inoltre, che la natura elettiva del nucleo si estende, ponendoli, sullo stesso piano al Cug, al Consiglio di Disciplina, all’Osservatorio della ricerca, ai presidi di Facoltà ed ai relativi consigli. Tutti organi che “ a naso” sono già scaduti e per i quali si è consumata o si sta per consumare la prorogatio, con tutte le conseguenze che ne discendono. Né in futuro sarà possibile giustificare proposte di proroga automatica di organi scaduti come il savoir faire istituzionale fino ad oggi aveva permesso di fare».
Garcin