LECCE – Si fronteggiarono a colpi di cinghiate e bastonate in piena estate trasformando le strade a ridosso del centro in un campo di battaglia. Nel cuore della notte. Da una parte esponenti del gruppo di Casapound; dall’altra militanti dei movimenti antagonisti e del centro sociale “Villa Matta occupata”. Una rissa violenta tra una quarantina di persone con alcuni feriti. Per quattro presunti protagonisti il sostituto procuratore Giovanni Gagliotta ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari con l’accusa di rissa: Simone De Mitri, 25 anni, di Lequile; Lorenzo Pascali, 21 anni, nato a Lecce ma residente a Bologna; Marco Carati, 26 anni, di Martano e Carlo Alberto Rossi, 48 anni, residente a Corsanico. A novembre il giudice per le indagini preliminari Cinzia Vergine aveva emesso un’ordinanza di divieto di dimora nel comune di Lecce per i quattro indagati. Non gli unici presenti in viale dell’Università quella notte così come hanno sempre ipotizzato gli agenti della Digos guidati dal dirigente Raffaele Attanasi.
L’imbeccata su quanto stava accadendo venne fornita da un sottufficiale dell’aereonautica. Compose il numero del 113 raccontando di una violenta rissa fra circa 35 o 40 persone. Tra loro, anche alcune ragazze con bastoni e cinte tra le mani. Dopo circa cinque minuti di tafferugli, i due gruppi si divisero lanciandosi cori offensivi. Non appena sul posto piombarono gli agenti delle volanti, alcuni partecipanti imboccarono via De Jacobis; altri si allontanaro verso via Birago.
Sul posto, i poliziotti recuperarono un telefono cellulare, completo di sim, una fibbia, un bracciale, un orecchino e otto frammenti del fanalino di un auto. Gli esperti della scientifica, invece, repertarono diverse tracce ematiche. Gli investigatori risalirono alla tarda di un’auto intestata ad un’azienda di Lequile, di proprietà del padre di Simone De Matteis, indicato dagli agenti come militante di “CasaPound” ma attualmente vicino al gruppo “Apulia Skinhead”. I poliziotti raggiunsero la sede della ditta. Eseguirono una perquisizione all’interno dell’auto rilevando diverse macchie di sangue sul cofano e sulla portiera anteriore destra. Il ragazzo, giunto sul posto, presentava alcune ferite alla testa, per le quali era stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Galatina rimediando una prognosi di 10 giorni.
Secondo quanto ricostruito dagli uomini della Digos, il gruppetto vicino a Casa Pound sarebbe stato individuato da alcuni anarchici dopo aver lanciato cori anti fascisti. Probabilmente per questo circa 35 anarchici avevano seguito i movimenti dei ragazzi di destra innescando la rissa. Anche un altro dei quattro indagati rimase ferito; Lorenzo Pascali rimase ferito al dito medio senza farsi refertare. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Calabro; Massimo Bellini; Enrico Gargiulo e Giuseppe Milli.
F.Oli.