LECCE – “Mi considero un narratore della storia dell’arte. Entro nella storia e cerco di personificare epoche e ruoli da trasmettere attraverso le mie opere realizzate con diversi tipi di materiali di recupero”.
Così si definisce Fernando Spano che ha esposto nei locali della fondazione Palmieri a Lecce il frutto della sua recente produzione. Un artista il cui percorso, legato ad una grande passione per l’arte, gli ha consentito di sviluppare consapevolezza del proprio talento libero di esprimersi attraverso le tecniche acquisite durante gli anni di apprendistato.
Plasmando materiali poveri, spesso recuperati dal quotidiano, Spano espone la sua visione frutto di una maturazione artistica complessa, alimentata da una continua ricerca e sperimentazione.
“Mi servo di tele, lamiere, legni, qualsiasi superficie, cercando di dare all’opera finita un effetto tridimensione, quasi scultoreo”. L’interesse e la conoscenza delle antiche tecniche pittoriche come l’affresco, dal quale parte lo studio artigianale e il processo alchemico della composizione della materia, hanno fornito a Spano le basi di partenza da cui muoversi verso un’attenta indagine dei materiali e la composizione dei colori realizzati e modulati con una ricerca chimica di composizione tra ossidi di ferro e bitume.
Analizzando una parte dei suoi lavori è possibile ravvisare il persistere di elementi di distruzione e rinascita, come a voler sottendere il susseguirsi ciclico degli eventi umani. Le principali peculiarità che distinguono la più recente produzione artistica di Ferdinando Spano si possono riassumere nel superamento dei classici modelli pittorici e la profonda riflessione sul ruolo dell’uomo. La pittoricità della prima produzione cede il passo quindi ad una dimensione più essenziale e diretta.