LECCE – Il Consigliere di maggioranza, Avvocato Alessandro Costantini Dal Sant, interviene sulla questione della querela nei confronti del consigliere di Fratelli d’Italia, Andrea Guido: “Ho impiegato un poco prima di decidere se rispondere al mediocre attacco del consigliere Guido sulla scelta da parte del Sindaco Salvemini e della Giunta di querelarlo, per una sua presunta affermazione diffamatoria sul suo profilo Facebook. Il tempo è servito a sciogliere il dubbio se fosse giusto rispondere perché Consigliere, oppure se fosse preferibile non farlo perché da circa 10 anni, forse con superbia, mi reputo un Avvocato penalista. Credo che una risposta debba essere fornita da entrambi i soggetti. Prima di addentrarmi nel merito della questione, credo sia giusto ricordare al politico Guido, cosa significa fare Politica, sia essa locale, nazionale, internazionale.
Consigliere Guido, fare Politica, a mio modesto parere, significa creare consenso attraverso l’esempio, significa cultura, significa coerenza. Il suo post, ultimo nel tempo, ma non isolato nei contenuti, è l’esatto contrario di ciò che significa Politica. È un chiaro invito all’odio, un pensiero basato sulla precisa volontà di diffamare l’operato della Giunta, degli Uffici, dell’Amministrazione tutta. Senza pensare al contesto storico, nel quale tutti Noi Leccesi stiamo affrontando sacrifici economici, familiari, sociali. Ma Lei, consigliere, di tutto questo non ha tenuto conto. Come non ha perso tempo nel cercare informazioni, a esempio sui criteri oggettivi posti a base della consegna dei buoni. Criteri oggettivi senza possibilità di scelta, di discrezione. Lei questo lo sapeva, oppure sarebbe bastato leggere la domanda da compilare. Così come Lei sapeva e sa benissimo che la competenza a rilasciare un elenco sulle esenzioni è di esclusiva pertinenza dell’ Asl e non certo del Comune. Lei questo lo sapeva. Così come conosceva e conosce i passaggi burocratici necessari prima di poter distribuire pubblicamente dei dispositivi sanitari donati da una comunità. Ma nonostante tutto questo suo sapere, ha preferito – come spesso accade nei suoi post – incitare l’odio dei suoi follower, argomentando falsità, insinuando dubbi sul corretto operato di coloro che da mesi ormai impiegano tutto il giorno verso il prossimo, verso il cittadino in difficoltà. Il suo volontariamente falso post ha gettato un’ombra sull’operato di dipendenti, Politici, volontari che hanno anche rischiato il contagio nell’affrontare le criticità che quotidianamente venivano loro sottoposte.
Lei, a mio parere, ha chiaramente concretato ciò che in diritto si chiama ‘diffamazione’. Lei ha chiaramente, consciamente, volontariamente comunicato a mezzo stampa un addebito offensivo; lo ha fatto con la consapevolezza (o con la consapevole speranza) che le utilizzate espressioni avrebbero menomato apprezzabilmente la reputazione del soggetto passivo, soggetto che Le ricordo essere, oltre che il Sindaco, l’Assessore al Welfare, anche i dipendenti comunali e, secondo me, i volontari tutti. Con una doppia aggravante: morale e politica. La prima è cercare del mediocre consenso, fondato sull’incitamento all’odio, in questo delicato contesto storico. La seconda, di matrice politica, perché il modo in cui Lei fa politica – non sono nuovi i suoi exploit violenti anche durante l’esercizio delle funzioni politiche locali – giustifica l’uso del minuscolo quando ci si riferisce a Lei come politico.
La lascio ricordandoLe ciò che disse W. Churchill sui politici: ‘Il politico diventa uomo di Stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece che alle prossime elezioni” . Se lo ricordi nei prossimi post, e giacché ricordi alla Cittadinanza tutta che l’Amministrazione Salvemini, nel salvaguardare le prossime generazioni leccesi, ha dovuto affrontare e dichiarare il predissesto perché i politici passati hanno creato un passivo di circa 100 milioni di Euro nelle casse comunali. Lo dica quando incita all’odio per gli aiuti comunali, quando insinua dubbi sull’operato del Sindaco”.