Differenze non è sinonimo di disuguaglianze: “Le prime possono essere un valore, se riconosciute come tali, le seconde generano disparità e quindi ingiustizie. Pertanto, intervenire per tempo significa prevenire e curare le difficoltà che attraversano strati importanti del nostro tessuto sociale”. Così, Anna Rita Perrone, candidata al Consiglio regionale per il Partito Democratico, a sostegno di Michele Emiliano presidente. “Non è una disquisizione linguistica – specifica Perrone – ma un concetto che dovrà essere alla base di un nuovo modo di concepire le politiche pubbliche, pensate da una comunità e per la comunità, ricca delle differenze delle persone che la compongo. Sinora, invece, le dinamiche politiche si sono basate su relazioni esclusivamente maschili è ora di cambiare. Per questo più che di parità di genere preferisco parlare di parità di diritti e di opportunità. A cominciare da quelle che dobbiamo riconoscere e dare ai nostri giovani: è questa la più grande sfida che attende la nuova Regione”.
Lavoro, formazione, impresa, soprattutto declinati su digitalizzazione ed economia circolare e verde: “Come adulti, classe politica e istituzioni – sottolinea Perrone, attualmente assessore del suo comune, San Donato di Lecce – abbiamo il dovere di colmare il gap che oggi impedisce ai nostri ragazzi che lo desiderano di realizzare, qui nella nostra terra, le loro ambizioni di vita e professionali. Un gap che separa mondo della formazione e universo lavorativo. Dobbiamo interrogarci sulle ragioni, ma soprattutto dobbiamo agire”.
“Dobbiamo recuperare con forza – prosegue – la capacità straordinaria delle migliori forze pugliesi nel programmare un progetto di crescita, per cogliere una grande opportunità che oggi i territori hanno. La pandemia ha messo in ginocchio i sistemi economici territoriali, nel contempo però abbiamo la grande occasione di trasformare questa crisi storica e senza precedenti in opportunità”.
Come? “Intercettando ogni singolo euro dall’Europa che il governo nazionale è riuscito a ottenere in un negoziato dalla portata storica”. Ogni singolo euro dovrà essere impiegato, secondo Perrone, per colmare il ritardo tecnologico che ancora si annida in diversi parti del territorio e che si traduce in una perdita di competitività generale: “Coesione significa coinvolgere nel processo di crescita le nostre comunità attraverso le nuove tecnologie, che possono e devono essere oggi più che mai veicolo di sostenibilità in campo agroalimentare, economico, sociale e culturale”.
La digitalizzazione, insomma come condizione per far crescere tutti i territori alla stessa velocità, senza lasciare indietro nessuno: “Dobbiamo creare le condizioni affinché giovani e aziende siano autentici incubatori e moltiplicatori dell’innovazione e dello sviluppo nel segno della sostenibilità, della compatibilità ambientale e della tutela della salute umana”.
Tre direzioni di intervento che passano anche dalla chiusura del ciclo dei rifiuti: “La Regione dovrà mettere in campo una risolutezza ancora più spinta, perché questo è uno dei temi che toccano da vicino la vita quotidiana dei pugliesi. La funzione di controllo degli impianti di smaltimento si è rivelata insufficiente, è ora che la Regione e gli enti locali svolgano un ruolo di responsabilità nella gestione degli stessi”.
“Così come credo – conclude Perrone – che occorra insistere con maggiore determinazione sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. La storia, le tradizioni, l’identità come valori per un progetto di crescita sociale ed economica che innesca dinamiche virtuose su più settori, da quello paesaggistico, a quello rurale ed agricolo, che sono i veri punti di forza del territorio. E che ben si conciliano con la sostenibilità, in tutte le sue declinazioni, che è la grande sfida che dobbiamo abbracciare. Una sfida nella quale la tecnologia dovrà porre la persona al centro delle nuove politiche”.