LECCE – I dati sull’andamento epidemiologico in Italia segnalano una crescita continua e costante nell’ultimo mese: parte da questo dato il sindaco Carlo Salvemini nel suo nuovo appuntamento domenicale (in diretta Facebook) per descrivere la situazione leccese. In Italia i ricoverati in terapia intensiva sono 705 (nel picco massimo furono 4008): a Lecce ce n’era uno fino a 2 giorni fa: un 79enne di origini albanesi che non ce l’ha fatta. L’allerta è per il picco: ci troviamo in una situazione crescente e dobbiamo agire per scongiurare un problema più grave per il sistema sanitario, ma senza allarmismi, perché nel Salento la situazione è sotto controllo. Il problema è che se i ricoverati cominciano a diventare troppi, rischiano di saltare le altre prestazioni sanitarie: in questo modo l’epidemia rischia di incidere anche sulle cure e sulla prevenzione delle altre malattie.
“Purtroppo è saltato il ‘tracciamento’ in alcune province italiane – afferma il sindaco Salvemini – Ricordate che le tre T erano fondamentali? Tamponi, tracciamenti e trattamenti. Fino a pochi giorni fa l’attività di rintracciare i contatti più stretti di un positivo stava andando bene (contact tracing), ma siccome sono aumentati troppo i positivi non è più facile fare l’attività di tracciamento. C’è una carenza di igienisti e il SISP non è stato rinforzato dal punto di vista del personale”. Anche l’app Immuni è andata in tilt: non vengono segnalati tempestivamente i positivi. “Gli indicatori che dobbiamo controllare sono le percentuali dei ricoveri e delle persone in terapia intensiva: è questo il dato che conta!- continua il cittadino leccese – Dobbiamo scongiurare il rischio intasamento del sistema sanitario anche per quanto riguarda tutte le altre patologie, perché se gli ospedalizzati di COVID-19 diventano troppi, poi diventa difficile curare anche gli altri”.
LA SITUAZIONE A LECCE È TRANQUILLA
I casi positivi sono 140 dall’inizio della pandemia: gli attuali sono 37. È una situazione di assoluta serenità. Anche i numeri della provincia sono confortanti: 932 dall’inizio della pandemia e 175 gli attuali positivi. Il “dato normalizzato è importante”: bisogna guardare al dato totale rispetto al numero dei cittadini. Il totale dei casi positivi in percentuale agli abitanti ci fa stare al 103esimo posto su 107 province. È un dato molto positivo. Questo ci svela che l’andamento epidemiologico a Lecce viene tenuto sotto stretto controllo. Grazie anche al senso di responsabilità collettiva. Siamo riusciti ad avere un bassissimo livello di contagio, nonostante i tanti turisti che sono venuti qui in estate.
COSA DOBBIAMO ASPETTARCI?
Il sindaco Carlo Salvemini ha provato a rispondere alle domande sul futuro che ci attende. “Il governo si sta predisponendo per nuove misure di restrizione con l’obiettivo di contenere le relazioni sociali e le interazioni fra i cittadini. Le chiusure anticipate dei locali non stanno ottenendo i risultati che si speravano” – riflette il primo cittadino. Probabilmente il governo si ostina a non capire che il principale problema sono i mezzi di trasporto pubblico, dove le persone sono chiuse all’interno come sardine: ne siamo coscienti tutti.
Abbiamo avuto tanti mesi per pensarci, ma nelle grandi città nessuno ha provveduto a rinforzare proprio questo tipo di mobilità cittadina. Le regioni hanno diritto, secondo le leggi vigenti e gli ultimi DPCM, di intervenire in maniera più restrittiva: il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ne ha approfittato e ha chiuso le scuole scatenando molte polemiche. “Ha fatto quello che il governo non voleva fare – riflette Salvemini – Noi desideriamo che ogni provvedimento sia proporzionato a quello che accade sul territorio. È chiaro che i numeri di Lecce non possono essere paragonati a quelli di altre città. Bisogna bilanciare l’interesse alla salute pubblica con quello della tenuta sociale ed economica del paese”. Oggi potrebbe essere comunicata l’entrata in vigore di un nuovo DPCM: l’intero Salento spera che il provvedimento possa rispettare le differenze epidemiologiche tra i vari territori.