LECCE – Una sequela di morti in un rito che doveva iniziare con Daniele. Si cela lo spettro del potenziale serial killer dietro la figura di Antonio De Marco, il giovane di Casarano, omicida reo confesso dell’arbitro leccese e della fidanzata Eleonora Manta uccisi con oltre 70 coltellate il 21 settembre scorso. Il diario ritrovato in casa dell’assassino è la cartina di tornasole che consente agli inquirenti di delineare il profilo di un giovane abile a costruirsi due mondi paralleli; uno, irreprensibile. Da studente modello, timido e riservato. L’altro, costellato da foto horror, propositi di morte e di guerra contro tutto e tutti. Vendetta, il suo nickname nella vita parallela. Vendetta contro Dio, il mondo e le donne che lo respingevano. “Uccidere tutte le t… di questo mondo. Le ragazze perché sono solo delle t…”, scriveva sul quadernone. “Mi piacerebbe una donna per prima, ma ho già le chiavi e potrò uccidere Daniele. Penso che così sarà una buona dose di partenza”. Dall’arbitro leccese e dalla sua fidanzata, effettivamente, De Marco è partito. Erano le persone a lui più vicine e più facili da eliminare. Un rito di iniziazione per avviare una sorta di apprendistato nel solco che avrebbe dovuto condurlo a compiere una serie di omicidi:
“Ucciderò sempre più persone”, scriveva su quel diario confessionario il 21 agosto scorso, un mese prima di entrare in azione, armato di coltello e con il volto travisato, in un condominio nei pressi della stazione ferroviaria di Lecce dove aveva vissuto fino a poche settimane prima. Un odio verso il mondo che lo circondava. Verso chi aveva successo con le donne e conduceva una vita normale. Quella normalità che per De Marco appariva un miraggio. Una chimera ai tempi in cui poteva sconfiggere la timidezza con i social. “Non è colpa mia se nessuna mi ama!” annotava spesso di domenica (giornata che odio precisava lo stesso De Marco). “Ci sono tanti c… e teste di c….con un carattere di m….che hanno sempre tutte le ragazze che vogliono. E io che sono gentile con tutti non ricevo mai niente! Qualcuno dovrà pagare, non mi importa chi, perché non sono amato? Perché non posso avere una ragazza?”. Le ragazze e quel mondo che voleva fare proprio ma che lo respingeva. Forse per la sua timidezza non trasmetteva sicurezza; forse per quel carattere apparentemente mansueto e dolce sembrava più un cucciolo da accarezzare e coccolare che un ragazzo da amare.
“Mi sto un po’ rassegnando all’idea di stare solo”, annotava De Marco, “è inutile girarci intorno, ormai è troppo tardi, non so fare nulla, avrei dovuto imparare prima queste cose, ora sono troppo inesperto”. Una frustrazione acuita dalle recenti delusioni con due ragazze con cui frequentava lo stesso corso. Sul diario, De Marco sfogava la sua amarezza per essere stato respinto. “Con loro sto bene…Due giorni fa mi sono dichiarato a… le ho detto che mi piace… inutile dire quanto sono stato male. Ma non posso rinunciare a lei, devo tenerla almeno come amica. Se perdo… e …, che cosa mi rimane?”, scriveva una domenica di gennaio. Nel frattempo studiava il suo piano. Freddo, spietato, lucido. E lo ricordava a se stesso su quei fogli in cui ha lasciato più firme della sua indole assassina. “Se entro la fine di quest’anno non avrò una ragazza, ucciderò” metteva per iscritto una settimana dopo. E poi aggiungeva: “Se Dio, se il destino, se il caso non vuole che Daniele e altre persone muoiano, allora deve farmi incontrare una ragazza che voglia stare con me”.
Una ragazza, però, Daniele non l’avrebbe trovata serbando sempre più propositi di fare del male al prossimo per trovare sollievo alle sofferenze proprie. E appena un mese prima del duplice omicidio confermava: “Voglio farlo, voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi”. Come poi effettivamente accadrà il 21 settembre quando, con un doppione delle chiavi del condominio, ammazzerà i suoi due ex coinquilini “perché troppo felici”. Avrebbe continuato a mietere vittime Antonio se non fosse stato fermato a distanza di una settimana da quel bagno di sangue. L’aveva promesso e scritto: “Ucciderò sempre più persone. Ho deciso di intraprendere una vendetta, una vendetta contro Dio, il mondo e la mia vita, la vita che odio così tanto” scriveva. Ed aveva incominciato il suo rito ammazzando Daniele che “doveva rappresentare solo l’inizio”.