LECCE – Sono passati molti anni dal servizio delle Iene che tesseva le lodi del trapianto di capelli in Turchia a basso costo: oggi anche nel Salento è possibile ottenere la chioma perduta a costi competitivi e con le migliori tecnologie e innovazioni nel campo. Sono due le tecniche più utilizzate, sempre più efficaci: oggi ci faremo spiegare come funzionano e quali sono quelle da scegliere per un trapianto ben riuscito. Alle nostre domande risponderà il dottor Gianluca Sciannamea: un medico chirurgo specializzato in chirurgia generale (con particolare interesse verso la chirurgia mininvasiva e verso la chirurgia estetica), iscritto alla SITRI (Società Italiana di Tricologia), che ha frequentato il corso di chirurgia della calvizie con Professor Gambino (a Milano) e che nel Salento è diventato un punto di riferimento per quanto riguarda il trapianto dei capelli. Sciannamea è referente regionale della LESC (Lipoemulsione sottocutanea), ha all’attivo circa 5000 interventi chirurgici e nel Salento riceve anche nel Centro Calabrese di Cavallino dei dottori Ruggiero e Maria Luisa Calabrese.
INTERVISTA AL DOTTOR GIANLUCA SCIANNAMEA
Dottore, lei sta acquisendo notorietà nel Salento per due trattamenti molto richiesti: la lipoemulsione sottocutanea, di cui parleremo prossimamente, e il trapianto dei capelli. Innanzitutto le chiedo, il trapianto è sempre lo stesso, buono per tutti,oppure ci sono tecniche diverse?
“L’autotrapianto è una tecnica chirurgica volta a rinfoltire le aree del cuoio capelluto colpite da un irreversibile diradamento dei capelli. Candidato alla chirurgia della calvizie è chiunque, uomo o donna, a partire dai 18 anni, abbia subito una perdita permanente dei capelli per cause androgenetiche e non (per es. esiti chirurgici o malattie cutanee). Fondamentalmente ci sono due procedure, la FUT (Follicolar Unit Transplantation) e FUE (Follicolar Unit Extraction), entrambe eseguite in anestesia locale. La FUT consiste nel prelevare una losanga occipitale e successivamente ottenere al microscopio singole UF (slivering). La FUE consiste nel prelievo delle singole UF, una per una, dalla zona nucale attraverso uno strumento chiamato punch (manuale o connesso a micromotore)”.
Per quale tipo di soggetti lei consiglia la tecnica FUE per quali la FUT? Quali sono le differenze?
“Personalmente preferisco la FUT perché ci permette di selezionare una maggior quantità di unità follicolari e soprattutto di ridurre al minimo il trauma meccanico da estrazione. La FUE la consiglio nei pazienti che desiderano portare i capelli completamente rasati a livello occipitale (il che renderebbe visibile la sottile cicatrice qualora usassimo la FUT). Essendo comunque un intervento di natura estetica, è il paziente stesso che mi indica le sue preferenze: il mio compito è illustrargli perfettamente pregi e difetti di entrambe”.
Il trapianto di capelli è un’operazione sicura? Ci sono controindicazioni? Come si possono evitare i problemi?
“Assolutamente sì. Sono esclusi i pazienti cardiopatici severi. I problemi si possono evitare attraverso la standardizzazione delle metodiche e mediante un team dedicato, responsabile ed adeguatamente formato”.
Come funziona l’operazione? Come ci si prepara?
“L’operazione consta di 4 fasi:
– valutazione e prelievo dell’area donatrice;
– preparazione dei graft e delle UF;
– creazione dei siti di ricezione;
– inserimento dei bulbi;
In preparazione all’intervento viene consegnata al paziente una scheda contenente alcuni suggerimenti e raccomandazioni”.
Una volta trapiantati i capelli non li perderemo più?
“I capelli trapiantati (% di attecchimento > 90%) sono per sempre, ma il risultato sarà evidente dopo almeno 6-8 mesi”.
In questi anni è andata molto di moda la Turchia, grazie a un servizio delle Iene che metteva in luce la possibilità di fare un trapianto a costi bassi e ben riuscito. Questo oggi si può fare anche nel Salento, senza trovare soluzioni altrove?
“Dipende a chi ci si vuole affidare. In Turchia, per esempio, viene eseguita sempre la FUE perché non è effettuata da medici. Ciò non vuol dire che viene eseguito un lavoro scadente, ma è importante valutare nel complesso professionalità, competenza, supporto postoperatorio e regimi fiscali”.
La tecnologia che lei usa è all’avanguardia? Lavora con un’equipe multidisciplinare?
“In questo ambito la tecnologia è importante ma non così incisiva come per altre branche chirurgiche. Detto questo, noi utilizziamo strumentazione all’avanguardia e per quanto riguarda la FUE mi avvalgo di un punch motorizzato. Lavoro con un team dedicato, formato da me e da 3 bulbisti. Inoltre collaboro con la dottoressa Parlangeli Antonella, tricologa di riferimento per ciò che riguarda la parte diagnostica e la terapia medica”.
Quanto durano le operazioni e quali sono le maggiori difficoltà?
“Una sessione dura in media circa 5-6 ore. Non ci sono particolari difficoltà tecniche, ci vuole però molta pazienza e precisione”.
Una volta effettuato il trapianto il paziente va a casa? Quale comportamento bisogna avere?
“Il paziente, terminato il trapianto, rientra subito al domicilio. Ovviamente avrà a disposizione un foglietto informativo sulle raccomandazioni da avere (terapia antibiotica ed analgesica, attività sportiva, igiene locale, esposizione solare e altro)”.