TRICASE (Lecce) – Dopo 20 anni di fallimenti, c’è il via libera dell’Fda al farmaco contro l’Alzheimer: si chiama Aducanumab la terapia messa a punto da Biogen che ha le potenzialità per rallentare il decorso della malattia. In altre parole vengono posticipati i sintomi gravi della malattia, ma bisogna intervenire subito.
È necessario fare una iniezione al mese per via endovenosa, questo contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo dei pazienti che si trovano allo stadio iniziale della malattia. Giancarlo Logroscino, professore ordinario dell’Università degli Studi di Bari, in mattinata, in una sala conferenze nei pressi del Panico di Tricase, ha raccontato il ruolo del centro nella sperimentazione del primo farmaco contro l’Alzheimer. Secondo le stime della scienza, nel 2050, ci saranno 7,7 milioni di nuovi casi all’anno di questa terribile malattia neurodegenerativa che fa perdere anche la memoria. Il farmaco che si sta sperimentando non ha convinto tutta la comunità scientifica internazionale, ma è sicuramente in grado di interferire con uno dei tanti ‘killer’: la proteina beta-amiloide. Ha potenziali effetti collateralcome microemorragie cerebrali.
“Questa sperimentazione ha coinvolto 250 centri in tutto il mondo e fra i protagonisti ci siamo anche noi-spiega il dottor Logroscino (le interviste potrete vedere cliccando sulle immagini ndr) – Ci inorgoglisce il fatto di essere riusciti a dare un contributo come centro di Tricase. Unendo capitale umano e capacità tecnologiche, con un metodo di lavoro più moderno si possono raggiungere questi importanti risultati. Abbiamo fatto un lavoro di squadra con il Centro Uniba, insieme alla Fondazione Panico di Tricase (laboratori, università e ospedale hanno lavorato in sinergia). Si tratta di un farmaco maneggevole e con degli effetti collaterali non gravi. Dobbiamo imparare ancora molto su questo farmaco che rappresenta una svolta epocale”.
La sperimentazione continua e nuove speranze fioriscono.