GALATONE /LECCE – Cinque medici, in servizio nei reparti di chirurgia e rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi, indagati per la morte di A.F., una 76enne originaria di Galatone, deceduta nella giornata di martedì 19 luglio dopo tre operazione per la rimozione di una cisti. L’iscrizione nel registro degli indagati si deve ritenere un atto dovuto in vista dell’autopsia che sarà eseguita martedì 27 luglio dal medico legale Roberto Vaglio e al professore Carmine Chiumarulo così come disposto dal sostituto procuratore Alessandro Prontera. Sia gli indagati che i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Emanuele Gatto e Maria Greco, potranno nominare un proprio consulente.
Purtroppo dopo l’ultimo intervento sono subentrate delle complicanze e l’anziana è stata ricoverata in rianimazione dove è deceduta venendo a mancare all’affetto dei propri cari. Un familiare non ha perso tempo. Si è presentato presso il posto fisso di polizia del Vito Fazzi e ha denunciato quello che, a suo dire, si deve ritenere un presunto caso di malasanità.
Il pubblico ministero Alessandro Prontera ha aperto un fascicolo d’indagine come atto dovuto ipotizzando l’accusa di responsabilità colposa in ambito sanitario. Come prevedono simili indagini si è proceduto con l’identificazione dei medici che hanno tenuto in cura la paziente durante la sua degenza e al momento del tutto estranei alle accuse.
Allo stato per ricostruire il caso bisogna affidarsi alla ricostruzione dei parenti della vittima. La signora aveva programmato un intervento per asportare una cisti (benigna) sulla testa del pancreas e il 1° luglio finisce sotto i ferri. Per i familiari, però, non sarebbero state rispettate le indicazioni previste dal protocollo per simili interventi che avrebbe comportato il ricovero per 24 ore in Rianimazione. E invece A.F., seguendo la ricostruzione di parte, fa rientro nel reparto di Chirurgia. Giorni dopo iniziano i primi dolori e i primi problemi. Il 4 luglio, la paziente viene sottoposta ad una Tac d’urgenza e i medici decidono per una seconda operazione: erano saltati i punti interni e si era registrato un versamento di liquido tra stomaco e intestino.
L’intervento va per le lunghe e una volta uscita dalla sala operatoria il quadro clinico della signora si aggrava rapidamente. E si rende necessaria una terza operazione in 21 giorni per via di una copiosa fuoriuscita di sangue dai drenaggi. Purtroppo l’anziana non regge all’ennesima convalescenza e muore per uno stato di salute ormai totalmente compromesso. A difendere i medici indagati, gli avvocati Angelo Medico, Giacinto Epifani, Diego Libraro, Michele Macrì e Claudio Cillo.