C’è una parola che, più di ogni altra, già da gennaio, accende i pensieri di noi Italiani: le vacanze. Non è solo un periodo segnato sul calendario. È come un rito collettivo, una tregua dorata, un miraggio carico di promesse. Non si tratta solo di viaggiare. Si tratta del tentativo di riappropriarsi del tempo, di ritrovare il proprio volto sotto il sole o tra i pini di montagna.
Secondo una recente indagine di ENIT, Ente Nazionale Italiano per il Turismo, nel 2024 circa il 78% degli italiani ha dichiarato di aver programmato almeno una vacanza estiva, con una netta preferenza per mete marittime (61%), seguite da borghi di montagna (22%) e città d’arte (17%).
Un dato curioso? Il 32% ha scelto di restare in Italia, riscoprendo angoli nascosti del proprio territorio. Una forma sottile di nostalgia? Forse. Oppure potrebbe essere un desiderio più profondo, un sentirsi ancora a casa, anche se lontani!
L’idea delle ferie s’insinua molto prima della partenza. Già a maggio, infatti, si inizia a fare il “countdown mentale”. Poi, a giugno è tutta una rincorsa e a luglio tra frenetiche prenotazioni, valigie, check list, ultimi impegni, è un’ansia logistica. Un paradosso stancarsi per potersi riposare!
Quindi, si arriva stanchi e speranzosi, sognando il silenzio delle albe in pineta, la sabbia tra le dita o le passeggiate in rifugio con lo zaino pieno di niente. Portando con sé le cose di sempre, il telo mare stinto, il cappello di paglia, le ciabatte che conoscono ogni spiaggia, anche se ci si dimentica sempre qualcosa di fondamentale.
Cosa dimentichiamo davvero?
Non è solo la crema solare, il caricabatterie o il libro da finire, che resterà chiuso fino al rientro. Quello che dimentichiamo più spesso è la leggerezza mentale. La libertà di dire: ‘’oggi non controllo le email, oggi non devo rispondere, oggi basta così.’’
Ci portiamo dietro pensieri in sospeso, lavoro travestito da “solo cinque minuti“, sensi di colpa per il tempo speso a fare nulla. Eppure, le vacanze esistono proprio per disabituarci all’efficienza e riabituarci alla vita. Per ricordarci che non siamo fatti solo di produttività, ma anche di pause, bellezza e silenzi pieni.
Lo conferma anche la scienza: staccare fa bene. Uno studio pubblicato su Journal of Happiness Studies ha rilevato che i benefici delle vacanze iniziano a manifestarsi già nei giorni precedenti la partenza, con un miglioramento dell’umore e una riduzione dei livelli dell’ormone dello stress, il famigerato cortisolo.
Al ritorno, questi effetti durano in media due settimane. Due! Ecco perché è necessario imparare a portarsi a casa “un pezzetto di vacanza” ogni giorno.
Quindi, anche dal punto di vista fisico e psicologico, rallentare aiuta a dormire meglio, regolarizza l’umore e apre spazi creativi. Ma facciamo attenzione, perché non tutte le vacanze rigenerano. Quelle sovraffollate, sovra pianificate o dominate dai social rischiano di essere un altro stress travestito.
Il bivio: mare o montagna?
Chi ama il mare cerca vastità, movimento, orizzonte. Il mare è, potrei dire, materno. Culla e scuote mettendoci di fronte all’immensità della vita per chi ha bisogno di lasciar andare, sciogliere i pensieri, perdersi nei riflessi.
La montagna è verticale, silenziosa, essenziale. Richiede respiro profondo e piedi saldi. È il regno di chi ha bisogno di ritrovarsi, salire in alto per guardare tutto da un’altra prospettiva.
Parafrasando il saggio “Il pensiero laterale” di Edward De Bono, saggista e psicologo maltese “Il pensiero verticale scava più a fondo nella stessa buca. Il pensiero laterale cerca una buca diversa.” L’autore ci invita a non affrontare le cose sempre di petto, ma a spostare il punto di osservazione, guardare da un angolo diverso o, persino, a girarci intorno.
E chiuderei con una piccola riflessione: agosto, in Italia, assomiglia un po’ a dicembre. Un capodanno senza fuochi d’artificio e botti, ma con sabbia nei capelli e bilanci sotto l’ombrellone. Come a fine anno, si fanno programmi, pronostici, immaginando nuove versioni di noi.
Settembre arriva come gennaio con buoni propositi di rinascita. Sa di ripartenze e nuovi progetti. Perché, per molti, è a settembre che inizia il nuovo anno, quando, di ritorno a casa, si ricomincia a cercare il sole dentro.
A questo punto, augurandoti un “buon anno”, qualunque sia la tua destinazione, non mi resta che dirti BUONE VACANZE!