LECCE – Il 20 luglio scadrà il termine per le osservazioni al Piano urbano della mobilità sostenibile e il “no” all’allargamento delle strisce blu nelle zone periferiche è sempre più consistente, anche tra gli elettori del centrodestra. Circa 1500 firme raccolte fra i cittadini, che hanno espresso la loro contrarietà alla parte del progetto relativa all’estensione dei parcheggi a pagamento, sono state protocollate al Comune unitamente alle osservazioni al Pums (Piano Urbanistico di mobilità sostenibile) dal comitato cittadino “Stop alle strisce blu!” presieduto da Giovanni Manzo (che vedete nella prima foto sopra). Nelle osservazioni si rileva che “il consistente ampliamento degli stalli a pagamento in zone precedentemente gratuite o regolate diversamente, a cui si aggiunge anche l’aumento del ticket e l’intenzione di farlo pagare anche nei giorni festivi, rappresentano ulteriore imposte indirette ai danni dei cittadini, con un conseguente onere economico difficilmente sostenibile dalle fasce più deboli della popolazione, oltre che dai lavoratori che quotidianamente devono recarsi nel capoluogo per svolgere la propria attività”. “Onde evitare equivoci – scrive il portavoce del comitato Giovanni Manzo – ben vengano i miglioramenti del trasporto pubblico con l’implementazione delle corse, ma tutto questo non deve avvenire a spese dei cittadini. Pertanto, chiediamo lo stralcio della parte del Piano relativa all’ampliamento delle zone sottoposte a strisce blu e relativo aumento delle tariffe, le quali sono già fortemente impattanti per la popolazione in un momento come questo”.
Il comitato, che comunque continuerà nei prossimi mesi la raccolta di firme (la postazione principale è in piazza dei partigiani al bar Carletto), sottolinea inoltre, nelle osservazioni, la grave vessazione ai danni dei cittadini perpetrata attraverso l’installazione di nuovi “occhi elettronici” sui viali che sanzioneranno i minimi sforamenti di corsia, anche di pochi centimetri.
Infine, il comitato coglie l’occasione per richiamare l’attenzione su alcuni impegni assunti in campagna elettorale da esponenti dell’attuale maggioranza. “Nessun provvedimento è stato adottato per la rimozione del cordolo di viale Marche che crea grave intralcio alla circolazione e impedisce anche il transito dei mezzi di soccorso – sottolinea Manzo – altrettanto dimenticato il problema delle pensiline per le fermate degli autobus sempre su viale Marche all’altezza dell’Inps che andrebbero riposizionate perché rendono difficoltoso il transito delle carrozzelle per disabili sul marciapiede oltre a togliere una ventina di preziosi posti auto. Analoghe “dimenticanze”: l’onda verde dei semafori e l’impegno a rivedere le piste ciclabili in alcuni punti critici della città”.
Un no perentorio all’ampliamento dei parcheggi a pagamento anche nelle osservazioni al Piano urbano di mobilità sostenibile che nei giorni scorsi l’associazione “Identità e tradizione” presieduta dall’ex candidato sindaco di Diritti e civiltà per Lecce Agostino Ciucci ha protocollato al Comune (che vedete nella foto più in basso all’inizio dell’articolo ndr). Dunque bocciatura totale del Pums anche da parte del gruppo che pure, nel ballottaggio delle scorse elezioni, aveva offerto l’appoggio al sindaco Adriana Poli Bortone.
“Premesso che una società che voglia definirsi civile debba rispettare, fra le altre, la “libertà di circolazione” garantita dall’articolo 16 della Costituzione italiana – scrive nelle osservazioni il gruppo di Identità e tradizione – si ha l’impressione che il Pums elaborato dai tecnici comunali di Lecce si ispiri all’Agenda 2030 laddove fa di tutto per limitare l’uso dei veicoli privati e la conseguente libertà di movimento. Quindi eliminazione, o quasi, del traffico veicolare e rinchiudere i cittadini in quartieri videosorvegliati, ottenendo così, non una Smart city, come la definiscono, ma piuttosto una ‘Smort city’, cioè una città mortorio, dove le piccole imprese commerciali scompariranno, popolata da individui indottrinati dal pensiero unico e privati delle libertà individuali.
Nell’accordo di programma stilato col sindaco per il ballottaggio – proseguono – avevamo proposto vari punti riguardo la viabilità che sono rimasti per lo più disattesi. Il primo punto, imprescindibile è l’assoluto blocco dell’ampliamento dei parcheggi a pagamento che non devono superare il perimetro della circonvallazione. Concetto, per altro, contenuto nell’affermazione preelettorale del sindaco che aveva promesso di reperire 5000 nuovi posti di parcheggio. Ma tali stalli devono essere gratuiti e non a pagamento, aumentando, laddove è possibile i parcheggi nel centro e creando nuove aree, naturalmente gratuite, nelle zone di accesso alla città. Inoltre avevamo chiesto l’eliminazione dei cordoli e delle piste ciclabili non utilizzate e sovrabbondanti (in primis e in via urgente la rimozione degli spartitraffico cementificati di viale Marche e via dei Ferrari che ostacolano i mezzi di soccorso e la “liberazione” della pista ciclabile-scempio di piazzetta Verdi; ed ancora dossi artificiali per ridurre la velocità sulla circonvallazione e sui viali ed in prossimità delle colonie feline della città; ed ancora l’onda vere semaforica sugli stessi viali; la rivitalizzazione del centro storico riducendo le Ztl e ampliando gli orari di accesso per i fornitori; infine l’allargamento delle carreggiate stradali eliminando pali e catene laddove possibile. Ebbene tutto questo è rimasto fermo nei cassetti”. Quindi una velata allusione alla possibile interruzione del rapporto di partnership. “Rinnovando la nostra stima nel sindaco e fiduciosi di poter proseguire la nostra collaborazione con l’attuale maggioranza, esprimiamo quindi forte contrarietà al Pums così come concepito ed invitiamo quindi l’amministrazione a dare seguito agli accordi presi con Identità e tradizione in occasione del ballottaggio”.
Per molti elettori del centrodestra il Pums, così com’è attualmente, è un “tradimento”, perché è in linea con quello che stava facendo Salvemini (cambiano solo alcune tariffe, che sono state ridotte).