Era in libertà fino alle scorse ore quando i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile lo hanno confinato ai domiciliari. Stiamo parlando di Carlo Cavalera il 45enne gallipolino finito nei guai l’11 aprile scorso insieme ad Anna Cacciatore entrambi accusati di essersi intascati i soldi dei risparmiatori della “Monte dei Paschi di Siena” per una cifra intorno al milione e 200 mila euro. L’arresto di Cavalera è stato disposto dal Tribunale del Riesame (Presidente Stefano Marzo) nel corso dell’udienza camerale che si è celebrata martedì scorso. Per capire come si sia arrivati ad un tale provvedimento bisogna fare un passo indietro. Dopo aver trascorso oltre due settimane in carcere dopo il suo arresto sempre il Tribunale della Libertà (con lo stesso giudice relatore Anna Paola Capano) scarcerò l’ex promoter con un’ordinanza in cui i giudici ravvisarono una diversa ipotesi di reato (non più furto aggravato ma truffa aggravata e falso) per i quali non è prevista la custodia cautelare in carcere. Il pubblico ministero Elsa Valeria Mignone presentò ricorso in Cassazione e la Suprema Corte contestò nuovamente l’accusa di furto aggravato rimettendo gli atti Tribunale del Riesame per pronunciarsi sulla revoca della custodi cautelare. si è arrivati dopo questo lungo iter al provvedimento delle scorse ore. Gli avvocati difensori Biagio Palumbo e Angelo Pallara stanno già valutando la possibilità di presentare un’istanza di scarcerazione. Stando all’accusa, l’uomo avrebbe consentito alla Cacciatore di raggirare i clienti a partire dal 2007 quando fu allontanata dalla Monte dei Paschi di Siena anche se si è sempre proclamato innocente puntando il dito sulla sua ex collega. Il 45enne, in ogni caso, insieme alla Cacciatore dovrà comparire dinanzi al giudice Cinzia Vergine martedì prossimo quando verrà deciso se ammettere nell’elenco delle parti civili anche i genitori, due zie e il cugino dell’imputata che sostengono di essere stati derubati al pari degli altri. Nella scorsa udienza, quella del 24 settembre scorso, invece, dieci delle presunte vittime si costituirono parte civile. Le indagini sfociate nell’arresto dei due ex promoter vennero avviate il 30 settembre di tre anni fa quando nella Bmw X6 la Cavalera lasciò quattro lettere d’addio in cui spiegava ai suoi parenti ma anche allo stesso Cavalera di volerla fare finita per i problemi finanziari e per i suoi presunti legami con la criminalità locale. Per gli investigatori, invece, si trattò di una messinscena tanto che gli uomini della Capitaneria di Porto di Manfredonia la ritrovarono in vita sul tratto antistante al Porto di Santa Margherita. Non è escluso che il suo avvocato difensore Francesca Conte, sempre martedì prossimo, possa avanzare richiesta di riti alternativi per tutte le accuse mosse alla ex promoter.
Era libero, ora torna ai domiciliari l’ex promoter 45enne gallipolino
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