SAN FOCA (Lecce) – La metafora della liberazione cade a pennello. Liberi dall’incubo TAP e dall’occupazione di quell’area del mare adriatico che bagna San Foca. A gridarlo, megafono alla mano, ancora una volta i rappresentanti del comitato NO TAP, un numeroso gruppo di cittadini accompagnati dai sindaci di San Foca e Vernole. Lo hanno urlato guardando il mare, lì dove nella notte fra martedì e mercoledì scorso è sorta la piattaforma mobile Skate III che eseguirà le indagini geotecniche sul fondale per conto della multinazionale. Una decina d’imbarcazioni hanno esposto striscioni, suonato sirene e trombe all’indirizzo dell’ecomostro sul quale da qualche giorno lavorano almeno 10 operai. Un impianto sorto di notte, seppur annunciato nei giorni precedenti e che sarebbe sprovvisto delle dovute autorizzazioni secondo le dichiarazioni del portavoce del movimento No Tap Gianluca Maggiore. “L’ ennesimo sopruso -dichiara Maggiore- puntando il dito contro la capitaneria locale che non avrebbe effettuato i dovuti controlli nei confronti di una simile struttura, ma che si dimostra attenta, severa e scrupolosa con i piccoli trasgressori.
Il corteo, almeno trecento persone, si è mosso dall’area adiacente al porto verso nord, risalendo il lungomare fino alla fine del centro abitato. Molti di loro erano vestiti di rosso, un colore che come il sindaco di Melendugno Marco Potì ha voluto sottolineare, non ha una connotazione politica , ma è il colore con il quale i rappresentanti di TAP, in una delle ultime riunioni, avrebbero indicato i dissidenti, i contrari. Verdi erano invece i favorevoli. Non sono mancati momenti di tensione quando qualche manifestante ha espresso apertamente il suo disappunto nei confronti della politica ed in particolar modo del PD, rappresentato nel pomeriggio da Sergio Blasi, che dir si voglia, ha marciato al fianco delle “magliette rosse”. Una politica che – come gridavano a gran voce i No Tap – è sempre stata complice dei vertici TAP svendendo il territorio.
Fra i manifestanti anche don Mario il parroco di San Foca, che non ha mai nascosto la sua contrarietà al progetto come la stragrande maggioranza dei suoi parrocchiani e concittadini. Un’opposizione che si respira ovunque nella cittadina adriatica, anche nei menù dei ristoranti dove può capitar di leggere ” frittura no tap”.
Christian Petrelli