Nardo’ (Lecce) – Nessun abuso sulla figlioletta commessi da un anziano grazie alla compiacenza del padre. Si ridimensiona l’inchiesta sulle presunte violenze ai danni di una ragazzina di appena dieci anni residente a Nardò. Il giudice per l’udienza preliminare Giovanni Gallo ha prosciolto i due uomini: il padre della ragazzina di 52 anni ed un anziano ultraottantenne entrambi di Nardò. Fondamentale per emettere un simile verdetto si è rivelato l’esito dell’incidente probatorio quando la minore non confermò gli abusi. E proprio per la fragilità delle prove raccolte nel corso delle indagini gli avvocati Lorenzo Rizzello (per il padre) e Giuseppe Bonsegna (per conto dell’anziano) avevano chiesto il non luogo a procedere dei loro assistiti. Il 52enne è stato invece rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione alla prostituzione. Eppure i “mattoni” dell’impianto accusatorio si fondavano su contestazioni gravissime.
Il 52enne avrebbe costretto la moglie e la figlioletta a vendere il proprio corpo obbligando le due donne di casa ad intrattenere momenti di intimità con un anziano pur di intascare pochi spiccioli. Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore Stefania Mininni e si sono avvalse oltrechè dell’ascolto protetto della ragazzina anche degli interrogatori di varie persone sentite come persone informate dei fatti. La bimba avrebbe intrattenuto momenti di intimità con l’anziano all’interno di una casa di proprietà della famiglia dietro il pagamento di denaro intascato dal padre (quantificata in 150 euro la somma versata dall’anziano per soddisfare i suoi squallidi appetiti). L’episodio finito all’attenzione della procura risale al 19 marzo di due anni fa.
L’uomo, però, già in precedenza aveva obbligato la moglie a prostituirsi sempre con lo stesso anziano percependo i proventi dell’“business”. Dalle carte dell’inchiesta inoltre venne appurato come le prestazioni sessuali venissero garantite grazie al pagamento di 40 euro per ogni incontro. Il padre nonchè marito padrone si sarebbe macchiato anche di altri abusi.
Secondo quanto contestato dalla Procura, il 52enne avrebbe picchiato in almeno tre occasioni la moglie. In una circostanza (il 14 marzo di due anni fa) avrebbe persino impugnato un bastone procurando alla donna lesioni giudicate guaribili in 5 giorni. Due mesi dopo, invece, le ferite sarebbero state dichiarate guaribili in una settimana. Fu la moglie dell’uomo a squarciare il muro di silenzio e a raccontare gli abusi subiti anche dalla figlioletta confidandosi con gli psicologi dei diversi consultori e successivamente con i carabinieri di Nardò.
F. Oli.