Destra e sinistra si compattano contro la scelta di Trenitalia di penalizzare ancora una volta il Salento facendo partire, dal prossimo 20 settembre, ben due convogli al giorno che collegheranno Bari a Milano.
“Sono sconcertato e profondamente indignato – dichiara il consigliere regionale del Movimento Schittulli-Area Popolare, Luigi Manca – prima di tutto per la scelta assurda e incomprensibile operata dai vertici di Trenitalia di far terminare alla stazione di Bari la tratta annunciata dei nuovi Frecciarossa da Milano a partire dal 20 settembre prossimo, come se il resto della Puglia, il Salento, le province di Lecce, Taranto e Brindisi non esistessero. Ma – oltre al danno di un territorio già pesantemente penalizzato sul piano infrastrutturale, e che nonostante tutto ha registrato un incremento record del flusso turistico sia nazionale che internazionale che evidentemente dà fastidio e crea problemi a qualcuno – ecco arrivare la beffa di una risposta e una giustificazione ancora più irritanti: motivazioni economiche, analisi dei costi e benefici per l’azienda. Da cittadino prima ancora amministratore, invito tutte le istituzioni locali a ogni livello, i miei colleghi in Consiglio regionale, i parlamentari salentini, pugliesi e meridionali in particolare a ribellarsi contro una politica sempre più mirata alla marginalizzazione e alla penalizzazione di un intero territorio. E a sensibilizzare il Governo nazionale a intervenire sui vertici di un’azienda che lede così pesantemente il diritto alla mobilità garantito dalla Costituzione, per rivedere una decisione che rappresenta uno schiaffo per la Puglia tutta, non solo per quanti non accettano e non accetteranno mai l’idea che la nostra regione finisca a Bari, e che il Salento venga considerato soltanto un utile e considerevole serbatoio di voti in campagna elettorale, da dimenticare e ignorare a urne chiuse”.
“L’Italia non si ferma a Bari. Subito un Consiglio comunale aperto presso la stazione ferroviaria per lanciare la mobilitazione del salento” Dichiara Antonio Rotundo. “Da qualunque punto di vista si guardi, la decisione delle Ferrovie dello stato di fermare a Bari i collegamenti con il nord è inaccettabile e va pertanto rapidamente rivista, prevedendo che i treni frecciarossa giungano sino a Lecce come è giusto che sia in un paese che non può accettare che vi siano territori e cittadini di serie b.
Innanzitutto dobbiamo confidare in un doveroso pronto intervento del governo e dei parlamentari sui vertici delle ferrovie, ma proprio per favorire un esito di questo tipo è necessario da subito organizzare la mobilitazione della società salentina e delle istituzioni per dire con una sola voce che non siamo per nulla disposti a subire passivamente una decisione così iniqua e punitiva per un territorio che sta compiendo sforzi straordinari per vincere la sfida della crescita economica e della promozione turistica avendo scelto di camminare sulle proprie gambe e chiedendo allo stato solo di essere messo nelle condizioni di farlo.
Lecce città capoluogo ha il dovere di porsi alla testa di questa mobilitazione unitaria coinvolgendo tutte le forze politiche sociali culturali economiche per chiedere che la città ed il salento non subiscano ingiustificate penalizzazioni.
Una seduta del Consiglio comunale aperto ai sindaci salentini ai parlamentari ed ai consiglieri regionali con la presenza di Emiliano da tenersi simbolicamente presso la stazione ferroviaria sarebbe il segnale più forte ed al tempo stesso più emblematico di un salento unito che non intende abbassare la testa e che non accetta l’idea che l’Italia si ferma a Bari.”
“Si leggono appelli di parlamentari Salentini, sindaci e altre cariche istituzionali per prolungare la Frecciarossa fino a Lecce. Sono lacrime di coccodrillo di chi avrebbe potuto far sentire la voce del nostro territorio nelle sedi e nei momenti opportuni ma che ha preferito, invece, esprimere il suo dissenso ex post a botte di comunicati stampa”. Lo dichiara Paolo Pagliaro, dell’Ufficio di Presidenza di Forza Italia e presidente del Movimento Regione Salento “È ancor più evidente -aggiunge- che il Salento sia costretto all’isolamento anche per colpa di chi dovrebbe rappresentarlo ed essere difensore dei suoi interessi. L’unica opportunità vera per il territorio è la Regione Salento, oggi come ieri, una Regione non la puoi tenere fuori da tutto. Dal 20 settembre, partirà il contentino che collegherà Milano a Bari, recuperando solo un’ora di tempo nel tragitto e abdicando al diritto di avere una tratta ad alta velocità solo da Milano a Bologna. Una cosa e’ vera che ci saranno treni più nuovi, belli e comodi ma solo da Bari.
Di che successo parliamo? Quali benefici reali per la Puglia e per il Salento? È un problema vecchio: non hanno investito da Bari a Lecce con progetti per potenziare la line rotabile esistente, in quanto a Lecce non c’e il nuovo sistema di controllo centrale compiuterizzato che invece è attivo da Bari a Bologna (C.C.T.). A Lecce non hanno previsto e voluto né la tecnologia né il personale formato per poter supportare il Treno tecnologico come l’ETR 500 Freccia Rossa. Per i dirigenti di Trenitalia di fatto la stazione di testa in Puglia é Bari e non Lecce quindi tutte le infrastrutture tecniche, logistiche e tecnologiche si fermano a Bari, tagliando fuori un intero territorio con grandi potenzialità di crescita.
Risultato: i politici possono abbaiare alla luna quanto vogliono senza risultato, se non quello di aver umiliato ancora una volta il Popolo Salentino. Noi cittadini siamo stanchi di queste politiche sempre baricentriche regionali, ricordo solo il piano regionale dei trasporti con la delibera del marzo 2010 che prevedeva investimenti solo per Bari per la stazione di testa.
Vogliamo una Regione Salento. Sembra una beffa, l’ennesima, alle spalle dei cittadini da sempre bistrattati per un imperante baricentrismo. Le istituzioni dove sono? La Regione, i Comuni, le Province? Ci vuole una grande mobilitazione per chiedere che il capolinea sia a Lecce. Altrimenti –conclude Pagliaro– prenderemo atto che si continua imperterriti a predicare bene e razzolare malissimo”.
Sulla questione interviene anche L’Udc con una nota: “La notizia secondo la quale, dal prossimo 20 settembre, il Freccia Rossa, colleghera Milano a Bari 2 volte al giorno, ci lascia esterefatti. Non e’ dunque bastato il boom turistico del Salento, che contribuisce non poco a far ridestare dallo 0 il pil italiano, a far comprendere che il Salento ha gli stessi diritti del Foggiano e del Barese? Per quanti anni dobbiamo scontare la sfortuna di essere collocati nel tacco d’Italia? Da oggi .in qualita di Coordinamento provinciale UDC iniziamo un a battaglia di giustizia e coerenza insieme agli operatori turistici ed a tutti coloro che nelle istituzioni vorranno sostenere questa nostra legittima richiesta; andremo nelle strade e nelle piazze dei nostri comuni a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa ingiustizia e ci rivolgeremo a chiunque nelle istituzioni, a partire dal nostro Assessore Toto Negro al Ministro Galletti, ai quali chiederemo di farsi promotori con il Presidente Emiliano e con il Primo Ministro Renzi di questa richiesta. Lo dobbiamo, anche al 6% dell’elettorato che alle ultime elezioni ha creduto, ancora una volta, in noi.”
“L’autostrada finisce a Bari, Trenitalia ha già in passato ingiustificatamente soppresso diversi treni per il Salento e ora si profila l’ennesima beffa : il Frecciarossa si fermerà a Bari !” Lo comunica Wojtek Pankiewicz, Presidente di “Valori e Rinnovamento”
“Noi salentini paghiamo regolarmente le tasse. Perchè allora veniamo considerati cittadini di serie B ?
Dove sono i rappresentanti delle istisuzioni del Salento ? Dove sono i politici di destra, centro e sinistra. Riscaldano solo poltrone e percepiscono succulente indennità ? Sono felici di pesare meno del due di briscola ?
Mi permetterei sommessamente, e mi scuso per questo, di suggerire agli amici giornalisti, con quel profondo e totale rispetto, unito alla stima, che da sempre nutro nei loro confronti, di non pubblicare il diluvio di sfoghi e sdegnate reazioni dei nostri politici ad uso e consumo nostro, locale, ma di dare il giusto rilievo solo alle iniziative concrete che eventualmente dovessero porre in essere per salvaguardare i diritti del territorio salentino.
Da parte nostra, noi di “Valori e Rinnovamento”, in caso di inefficacia delle azioni che le istituzioni e la politica salentina riterranno di intraprendere, promuoveremo un tavolo dell’associazionismo salentino per organizzare la battaglia anche con clamorose forme di protesta presso la stazione ferroviaria.”