NOVAGLIE (Lecce) – Il gup Giovanni Gallo ha disposto il non doversi procedere per i tre imputati finiti sotto inchiesta per i lavori stradali realizzati in via Novaglie a Gagliano del Capo che avrebbero causato problemi di staticità ai frantoi ipogei sottostanti. La strada è un’importante arteria. Collega il paese con la litoranea che degrada verso il Ciolo. La sentenza di proscioglimento è stata pronunciata per il progettista-ingegnere Emiliano Zampironi, 42 anni, di Gagliano del Capo; Franco Caputo, di 56, nelle vesti di geometra residente sempre a Gagliano e Nicola Bortone, 64 anni, originario della provincia di Caserta, in qualità di titolare della ditta di costruzioni B.N.M. I tre imputati sono stati prosciolti dall’accusa di abuso d’ufficio per mancanza dell’elemento soggettivo mentre il reato satellite di deturpamento di bellezze naturali e la contravvenzione “opere eseguite in assenza di autorizzazione” sono stati dichiarati entrambi prescritti.
L’indagine è stata condotta dall’allora procuratore aggiunto Ennio Cillo e risale al 2011. Il lavoro degli inquirenti è stato messo in moto grazie alla denuncia di un residente assistito dall’avvocato Francesco Calabro che aveva sollevato perplessità sulla bontà del cantiere. In particolare i dubbi si concentravano sulla mancanza del parere favorevole della Soprintendenza per l’avvio dei lavori (finanziati con un piano comunale triennale) in una zona interessata dal Putt. Ombre venivano poi avanzate anche sull’affidamento dell’appalto “cucito su misura” per la ditta B.N.M. Nel corso delle indagini il procuratore aggiunto dispose una consulenza affidata all’architetto Loredana Magurano che confermò i presunti illeciti.
In aula le accuse sono state smontate. In particolare gli avvocati Francesco Nutricati e Silvia Russo, per conto dell’ingegnere-progettista, hanno evidenziato come mancasse sia il vantaggio che il danno requisiti essenziali per configurare l’ipotesi di abuso d’ufficio. Una tesi condivisa in pieno dal giudice. Il collegio difensivo era completato dagli avvocati Barbara Fontò, Paolo Vinci e Daniela De Liguori. La locale associazione di Legambiente si era costituita parte civile con l’avvocato Luigi Aquaro.
F.Oli.