CAMPI SALENTINA (Lecce) – Dovrà assistere i disabili in una Onlus stando a così a stretto contatto con ragazzini affetti da problemi psichici. Proprio come il 13enne vittima di soprusi e sevizie nel novembre di due anni fa a Campi Calentina. A.G., 19enne, (all’epoca dei fatti di 17 anni), ha ottenuto la messa alla prova con una durata fissata in sedici mesi. Nel progetto (piuttosto complesso e articolato) stilato dai servizi sociali della Procura dei Minori è prevista anche la frequentazione di un corso di legalità organizzato dal Tribunale e in una scuola di Campi e un’attività di volontariato in una parrocchia per poveri nel quartiere di “Santa Rosa” a Lecce. E i servizi sociali valuteranno anche la possibilità di fargli incontrare la vittima.
Il gup Aristodemo Ingusci ha così ritenuto congruo il programma di recupero nonostante il pubblico ministero Imerio Tramis avesse avanzato una richiesta di 1 anno ed 8 mesi. La messa alla prova è una misura alternativa al processo penale che viene sospeso fino alla fine della prova. Se, a percorso rieducativo ultimato, A.G. avrà dimostrato di aver seguito il programma il giudice dichiarerà estinto il reato. In caso contrario verrebbe revocata l’ammissione e il giovane sarebbe giudicato con un processo normale. L’udienza è stata aggiornata a novembre del 2017 quando il giudice tirerà le somme valutando se il giovane (assistito dall’avvocato Michele Palazzo) abbia dimostrato una effettiva “redenzione”.
Il grave episodio di bulllismo, come detto, risale a novembre di due anni fa. Il tredicenne venne legato a un cancello della chiesa di “Santa Maria delle Grazie”, a Campi Salentina, deriso sbeffeggiato e costretto a fumare uno spinello. Gli atti di bullismo furono filmati e poi diffuso su WhatsApp. la Vittima venne riconosciuta da una compagna di classe consentendo di dare il via alle indagini. Il gruppetto di bulli venne identificato dai carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Leo. Due maggiorenni finirono ai domiciliari: Riccardo Cassone ed Edoardo Tauro. I due 22enni, dopo un primo rigetto alla richiesta di patteggiamento, hanno chiuso i propri conti con la giustizia a maggio con una condanna a 2 anni ed 8 mesi in virtù di un nuovo ricalcolo tecnico che, di fatto, non ha consentito ai due bulletti di poter beneficiare della sospensione della pena. Il prosieguo dell’indagine, come svelato in esclusiva da questo sito, ha poi consentito di svelare il coinvolgimento di altri quattro giovani che avrebbero partecipato all’aggressione tra cui l’autore del filmato.
F.Oli.