LECCE – In mattinata sono stati firmati oltre cento addii: dirigenti, militanti e storici volti del Partito Democratico vanno via. L’emorragia non si arresta. Per chi abbandona è Renzi la causa di tutto: la sua cieca perseveranza ha creato un distacco pesante dalla base e dalle radici del partito. “Oggi alle 7:30 ho inviato le mie dimissioni al segretario Marco Lacarra, poiché sono convinto che il Pd abbia perso la sua vocazione riformista e popolare – esordisce Salvatore Piconese, ormai ex segretario Pd, nella conferenza stampa tenutasi in un bar del centro – Oltre 100 dirigenti del Pd lasciano il partito insieme a me e molti lasceranno a breve. Il partito in questo periodo è diviso ed allontanato dai valori fondativi di democrazia e giustizia sociale. C’è una grande scissione tra il Pd e il suo popolo. La classe dirigente nazionale non riesce a rendersi conto. Con l’avvento di Renzi e del renzismo il Pd ha perso la sua storia e la sua cultura politica. Il principio di rottamazione ha portato a eliminare il legame con i lavoratori. Il renzismo ha fallito: le mie dimissioni sono sofferte e dolorose. Abbiamo riaperto circoli in questi anni nel Salento, abbiamo avuto una vittoria storica dopo 22 anni, che testimonia il buon lavoro della segreteria leccese”.
Piconese racconta lo sforzo fatto: “A Lecce, tra il Pd è il territorio è stata avviata una riconnessione in senso gramsciano, mentre a livello nazionale la tendenza è stata sempre negativa fino al referendum e alla spaccatura. È giunta l’ora di costruire un nuovo soggetto politico per una fase radicale di cambiamento, per questo aderiamo ad Articolo 1, Movimento Democratico e Progressista. Partiamo dal concetto di uguaglianza e giustizia sociale”. La sinistra non vuole rimanere sotto le macerie. Ernesto Abaterusso, Frisullo, Egidio Zacheo, sindaco di Campi, Manera e altri pezzi fondamentali del vecchio Pd sono già andati via. Aderiscono ad Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista oltre cento ex militanti: Gabriele Abaterusso; Paolo Solito; Gerardo Pellegrino; Silvio Merico; Dori Mengoli; Monica Viva; Valerio Nocera; Marco Pizzolante; Luigi Costantino; Gori Napoli; Francesco Volte e tanti altri.
Sono tutti accomunati “dall’idea che il Pd abbia ormai esaurito, con la leadership di Matteo Renzi, la sua spinta riformista e democratica, per diventare partito personale e privo di orizzonte politico in grado di ricostruire una piattaforma politica e programmatica di centrosinistra in Italia”. Le alleanze per il futuro di Mdp non sono ancora chiare: tutto è da discutere. Tutti i dalemiani sono fuori dal partito rebziano. Il sogno veltroniano è già finito. In molti restano turandosi il naso. Altri sono contenti: tutti i detrattori della segreteria Piconese festeggiano, da Foresio alla viceministra Bellanova.
Ecco i nuovi ingressi: