SALENTO – Due altri anni sono passati, ma la promessa di proteggere i livelli occupazionali delle società partecipate delle province di Brindisi e Lecce è stata tradita. Come fa a mangiare un operaio senza stipendio per mesi o anni? Non c’è più tempo per attendere la lentezza di una burocrazia indifferente. In molti hanno mollato, alcuni sono emigrati, altri tenacemente continuano a combattere. Le partecipate delle Province di Brindisi e Lecce continuano ad annaspare, dopo la sciagurata riforma Del Rio. È solo uno dei tanti casi in cui si fanno le leggi senza pensare agli effetti collaterali. Un modo di fare che caratterizza la politica da improvvisati che si fa da qualche anno: si pensi alla beffa della riforma Fornero, che ha prodotto gli esodati. Lavoratori e ultimi sempre più ultimi. Ora i sindacati scendono in piazza per tornare a far sentire la voce di chi continua a subire rinvii e indifferenza. La Confederazione Cobas di Lecce e di Brindisi “comunica che le problematiche lavorative dei dipendenti di Alba Service e Santa Teresa, a distanza di oltre due anni, rimangono ancora irrisolte”.
“Andiamo a Roma per prenderci quello che è nostro minacciano i sindacalisti – I Cobas di Brindisi e Lecce invitano tutti a partecipare, mercoledì 19 Luglio a partire dalle ore 9:00, al sit-in a Piazza Montecitorio a Roma, alla protesta contro il Governo che continua ad avere nei confronti delle Province un atteggiamento criminale a causa dei tagli realizzati in questi anni e dei mancati finanziamenti. Questo atteggiamento porterà entro il 31 Luglio 2017 al fallimento di molte Province Italiane che presenteranno in sede di bilancio disavanzi mostruosi a fronte del mancato finanziamento governativo per le funzioni fondamentali sancite dalla Costituzione, come ad esempio per le manutenzione strade e scuole. A causa dei tagli del Governo e mancati finanziamenti la provincia di Brindisi è passata da un disavanzo di 2 milioni di euro dello scorso anno ai quasi 12 milioni di euro del 2017 e la provincia di Lecce non gode di migliore salute”.
Il Governo ha imposto la chiusura del bilancio al 31 Luglio 2017, non permettendo così nemmeno l’esercizio provvisorio fino al 31 Dicembre di quest’anno decretando di fatto il fallimento delle Province. I Cobas chiederanno nelle prossime ore ai Presidenti delle Province di Brindisi e Lecce di essere alla testa della protesta a Roma e di invitare a loro volta i presidenti di tutte le altre province italiane. I lavoratori in particolare delle società in house, Santa Teresa di Brindisi ed Alba Service di Lecce, saranno di nuovo protagonisti di proteste che a volte hanno assunto toni clamorosi ed inviteranno tutti gli altri lavoratori delle Province a partecipare. Proprio grazie a queste lotte si è riusciti lo scorso Dicembre ad ottenere la variazione di una legge nazionale con l’ottenimento della cassa integrazione in deroga per tutto il 2017. Senza quel risultato i lavoratori sarebbero già a casa licenziati.
“La scelta di andare a Roma a protestare contro il Governo è secondo noi dei Cobas l’unica cosa giusta da fare per porre fine a questa drammatica situazione, che sembra essere sempre più una vendetta di Renzi per la sonora sconfitta del referendum del 4 Dicembre scorso – continuano i sindacalisti – Il referendum ha restituito alle Province il rango costituzionale che avevano prima, con l’obbligo quindi di assolvere allo svolgimento delle funzioni fondamentali come per la manutenzione strade e scuole. Per non parlare della legge Delrio, che doveva trasferire competenze e responsabilità nel percorso rivolto a cancellare le Province, risolto tutto in un grande pateracchio in cui l’unica cosa certa è stata l’assenza di qualsiasi tipo di finanziamento statale.
Il Governo Renzi prima e Gentiloni dopo hanno preferito evidentemente dare i finanziamenti ai banchieri che hanno fatto sparire decine e decine di miliardi di euro che oggi devono essere sanati come buco dai cittadini. Salvare le province ed i dipendenti diretti, salvare i dipendenti della Santa Teresa e di Alba Service sarà una impresa quanto mai ardua e difficile se non convinceremo il Governo a cambiare idea. Per questo a Roma è necessario essere in tanti”.
Garcin