di Gaetano Gorgoni
LECCE – La Commissione elettorale affonda le illusioni del centrodestra, che pensava di avere la maggioranza per il solo fatto di aver vinto il primo turno con più del 52 per cento dei voti (l’interpretazione letterale della legge sembrava non lasciar spazio a dubbi): il centrosinistra, invece, incassa 20 consiglieri, mentre la coalizione di Giliberti 11 solo rappresentanti e il Movimento 5 Stelle un solo consigliere, Fabio Valente. Questo significa che gente che ha totalizzato mille voti, come Andrea Guido, resterà a casa. Carlo Salvemini governerà con una salda maggioranza: l’anatra non è zoppa, secondo la Commissione elettorale. Le indiscrezioni che trapelavano dalla squadra di centrosinistra (e che vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi) si sono rivelate fondate: chi doveva decidere ha unito il primo turno al secondo, facendo un unico calcolo per l’elezione dei consiglieri. Partiranno i ricorsi ma intanto il sindaco andrà avanti.
ECCO GLI ELETTI:
Direzione Italia ha solo tre consiglieri: Perrone, Messuti, Pasqualini e Guido. La lista principale dei fittiani prende quasi gli stessi seggi della lista di Marti, solo perché un seggio della lista di Fitto va a Giliberti. Forza Italia fa entrare in Consiglio Battista e Mazzotta. Lecce Città del mondo Montocelli Cuggiò. Fratelli d’Italia avranno il solo Michele Giordano in Aula. Quindi, Giliberti entra di diritto. Grande Lecce ha tre consiglieri: Antonio Finamore e Alberto Russi, tutti uomini di Marti. Nel Pd entrano in Consiglio, mister mille voti, Sergio Signore, Foresio, Rotundo, Povero e Torricelli. Nell’Udc scattano Nuzzaci e Mignone. Nel centrosinistra Lecce Città Pubblica elegge cinque consiglieri: Cosimo Murri dello Diago, Silvia Miglietta, Gabriele Molendini, Natasha Mariano e Pierpaolo Patti (Castoro entrerà con la nomina in giunta della prima delle elette di questa lista). La Puglia in Più di Stefano ha un consigliere: Saverio Citraro.
Una Buona Storia per Lecce piazza Angela Maria Spagnolo.
Idea per Lecce ha un consigliere: Ernesto Mola.
Un’Altra Lecce ha due consiglieri: Marco Giannotta, Silvano Vitale.
Anche Sveglia Lecce ha un rappresentante: Marco De Matteis.
Cambiamo Lecce elegge in Consiglio Ermenegildo De Giovanni.
Andare Oltre ha un rappresentante: Massimo Fragola.
Nel centrodestra suona il de profundis. La Commissione elettorale ha seguito la logica della governabilità e non quella della rappresentatività, come suggeriva Luigi Melica. Giangi Pellegrino, invece, aveva messo in guardia il centrosinistra da interpretazioni troppo estensive della legge, che interpretata letteralmente non contempla un premio di maggioranza, quando le liste avversarie superano il 50 per cento. Questa decisione aprirà la strada ai ricorsi del centrodestra. Alcide Maritati ha dichiarato di aver applicato soltanto la legge a chi provava a contestare la decisione. Qualcuno ha pensato, quindi, che siano stati trovati meno voti rispetto a quelli registrati in Prefettura, cioè che al primo turno il centrodestra non abbia superato la soglia del 50 per cento, ma questa ipotesi non ha avuto alcuna conferma per ora. Il premio di maggioranza è stato assegnato a Salvemini unendo due segmenti diversi, il primo col secondo turno, anche se nel turno successivo non si votavano le liste e il centrodestra aveva vinto in prima battuta con il 52,4 per cento dei voti. Gli sconfitti si sono subito riuniti: a breve sarà depositato il ricorso. “È stato tradito lo spirito della legge” – a dichiarato a caldo Giorgio Pala, che in base a questi conteggi vede sfumare la sua elezione, nonostante tantissime preferenze alla prima candidatura. Direzione Italia si riunirà domani alle 10.