Cesare Barrotta, direttore dei lavori di restauro dell’ex Convento degli Agostiniani, interviene per precisare l’iter seguito dal Comune di Lecce per il recupero dello storico monumento, e spiega: “L’estate scorsa un gruppo di giornalisti, fra cui anche la corrispondente del Corriere del Mezzogiorno, visitò il cantiere dove erano in corso i lavori di restauro dell’ex Convento degli Agostiniani.
Il giorno dopo sull’inserto apparve un articolo dal titolo “Agostiniani, un restauro perfetto”. Non tocca a noi dire se sia perfetto o meno, certo è che in quella occasione i rappresentanti della carta stampata visitarono un cantiere oramai prossimo alla fine ed ascoltarono, proprio da chi scrive, la complessità delle problematiche, soprattutto di carattere statico, che erano state affrontate in corso d’opera, non potendo essere previste in sede di progetto esecutivo.
E’ stato un restauro particolarmente complesso e ultimato in tempi assai ragionevoli.
Chi opera in questo settore, infatti, sa bene che il vero progetto è quello che si realizza durante il corso dei lavori, dove spesso ci si imbatte in realtà mai prima documentate.
Questo è ciò che è successo anche nel restauro degli Agostiniani. Basti pensare che per accedere al monumento il Comune affidò ad una impresa locale i lavori indispensabili per consentire ai progettisti di effettuare i rilievi necessari a redigere il progetto esecutivo…
Le condizioni statiche dell’edificio sembravano cattive ma non pessime, come si sono poi rivelate nel corso dei lavori. Le volte del chiostro staccate dalle pareti e inflesse per circa 20 centimetri, quelle del piano terra crollate al primo tentativo di pulizia perché macerate dall’uso (pozzo nero), altre sorrette da conci di tufo in totale instabilità, opere di rinforzo fatte nel tempo in maniera poco ortodossa, pareti ruotate di circa mezzo metro, vani di ascensore con pareti in calcestruzzo realizzati all’interno della Chiesa, altari staccati dalle pareti, smontati e defraudati in maniera scientifica (sotto alcuni capitelli erano stati inseriti appositi puntelli).E cosi via…
Ma le sorprese non finiscono qui. Nel giardino del chiostro il progetto prevedeva la sistemazione di alcune alberature in sostituzione di quelle esistenti. E proprio durante questi lavori si è evidenziata, al di sotto delle radici, una scala di collegamento fra l’atrio ed un camminamento che circoscrive il pozzo del chiostro.
Accogliendo i suggerimenti della soprintendenza, il Comune si è sobbarcato ad ulteriori oneri per recuperare tutto ciò che consente la corretta lettura storica del monumento in tutte le sue fasi.
E’ ovvio che tutti questi interventi non previsti in progetto, soprattutto quelli di consolidamento statico e di restauro della Chiesa, a causa della loro complessità e delicatezza, hanno comportato un allungamento dei tempi di lavorazione. Ma i lavori del monumento sono stati ultimati nel mese di dicembre e collaudati dalla Commissione di Collaudo.
Oggi il restauro del monumento è finito, ma non sono ultimati invece i lavori che interessano il complesso degli Agostiniani.
Perché tutto questo?
La commissione consiliare dei Lavori Pubblici del Comune di Lecce, all’unanimità dei presenti, nell’esaminare lo stato dei lavori richiese alla Direzione dei lavori ,così come hanno fatto molti altri cittadini, l’abbattimento del corpo satellite considerato estraneo al complesso. Il corpo satellite è la struttura ubicata sul muro di cinta del complesso nelle vicinanze del rondò.
Si pensò di realizzare intorno al convento un prato verde ed un grande giardino a disposizione dei cittadini. Fu redatto perciò un apposito progetto ma la soprintendente dell’epoca, ripetutamente sollecitata dal Sindaco, riuscì ad effettuare un sopralluogo solo dopo qualche mese, la sera del 28 dicembre 2010, esprimendo, in quella sede, il suo parere contrario. Mi fu chiesto persino di alzare il muro di recinzione, ma essendone già stata approvata una bassa e trasparente, si ritenne non necessario un ulteriore parere.
Questo ha comportato la redazione di un ulteriore progetto individuando una destinazione d’uso del corpo satellite diversa da quella originaria che prevedeva la cabina elettrica ed un bar. Il nuovo progetto prevede la realizzazione di una vera e propria reception turistico-informativa per coloro che arrivano nel Salento e che, utilizzando il vicino parcheggio, possono accedere ad un centro informazioni articolato e complesso per conoscere più da vicino il Salento, le sue tradizioni, il suo artigianato. Insomma, una vera e propria porta. Non a caso è stata denominata Lecce porta del Salento.
Non mi sembra che sia corretto, come è stato fatto nell’articolo del Corriere, parlare di sprechi di fronte ad un’opera ultimata e ad un restauro difficile e complesso.
Va dato,invece, atto al Sindaco Paolo Perrone, all’Amministrazione ed ai dirigenti comunali del grande impegno profuso per il completamento dell’opera che avverrà non appena la Regione Puglia trasferirà al Comune di Lecce le somme dei fondi POIN su cui è stato collocato il completamento dell’intervento.”