Il matrimonio tra il Nardò e l’avvocato Salvatore De Vitis è ancora solo una semplice ipotesi, almeno per ora. Quella che in molti consideravano una trattativa ben avviata, al momento è solo alle primissime battute e il futuro societario del Toro resta ancora tutto da scrivere.
I contatti tra il presidente Enzo Russo e De Vitis ci sono ma per ora si sono limitati ad uno scambio di mail: l’avvocato che secondo le voci degli ultimi tempi dovrebbe guidare una cordata di imprenditori pronti ad investire sul Nardò, per ora si è fatto vivo solo per tastare il terreno ed effettuare i primi sondaggi presso l’attuale dirigenza: prima di formulare qualsiasi proposta De Vitis intende visionare tutte le “carte” granata, controllare lo stato di salute della società e capire se vale la pena scommettere sul Toro. L’incontro di venerdì sera con i tifosi granata rientra nella strategia di avvicinamento al mondo granata, un modo per conoscere l’ambiente e capire che aria tira anche dalle parti della curva.
Nessuna proposta ufficiale, dunque nulla di definitivo: l’intenzione di Enzo Russo di ridimensionare il suo impegno è cosa nota ma ad oggi è impossibile sapere quale ruolo potrebbe giocare De Vitis, se da protagonista, rilevando l’intera proprietà, o da comprimario, portando i capitali di cui la società ha bisogno.
Al momento però è Russo al timone della nave granata e spetta a lui traghettare il Nardò verso il prossimo campionato di serie D, anche se con budget ridottissimi.
Le prime mosse sono già sul piatto da qualche giorno: novità importanti per il futuro nell’organigramma dirigenziale che hanno tanto il sapore del ritorno all’antico. Gianni Inguscio torna in sella e si riprende il ruolo di direttore sportivo, ruolo che aveva abbandonato all’inizio della passata stagione. Con il ritorno di Inguscio si riaprono le porte del mercato sudamericano e soprattutto argentino, terreno di caccia preferito per colui che ha portato in granata giocatori come Irace e Di Rito. Insieme ad Ingucio torna nel quadro dirigenziale anche Antonio Obbiettivo che rivestirà la carica di direttore generale.
In panchina, con ogni probabilità, siederà nuovamente Alessandro Longo, il tecnico che nel 2010 guidò il Toro nella travolgente cavalcata dall’Eccellenza alla serie D, una cavalcata condita dal trionfo in Coppa Italia Puglia.
Praticamente impossibile il ritorno di Maiuri: l’ottimo lavoro svolto dal tecnico milanese durante la scorsa stagione non basta a superare quelle frizioni con una parte della dirigenza, le stesse che causarono l’addio proprio di Inguscio e Obiettivo all’inizio dell’anno passato.
In attesa di novità sul fronte De Vitis, il Nardò prova a ripartire dal suo passato e dall’esperienza di chi ha costruito gli ultimi successi.