“Quando all’alba sento/scendere una lacrima/non è di dolore/non è di tristezza/È pioggia venuta giù/da una danza propiziatoria./Apro gli occhi e li richiudo./Mi fido della pioggia./ Mi fido delle lacrime!”
“Lacrima Bianca” è l’antologica di Gianna Stomeo che L’officina delle parole ha programmato a Lecce presso l’ex Conservatorio S. Anna, dal 23 ottobre al 17 novembre 2011 con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura del comune di Lecce.
L’antologica si inaugura domenica 23 ottobre alle ore 17.30 è allestita in collaborazione con la Galleria D’arte Stomeo di Martano e curata dal critico d’arte Pompea Vergaro.
“Lacrima bianca” è un’opera di grandi dimensioni, olio su tela, che costituisce la sintesi del viaggio artistico della pittrice salentina fatto di fatiche e di gioie, sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni; è il frutto di un lento lavoro di personalizzazione nell’intricato panorama dell’Arte Contemporanea cominciato nel 1996. La sua cifra stilistica è riconoscibile, perchè oggi ella ha raggiunto una propria autonomia artistica.
Gianna Stomeo nasce a Martano (Le) dove vive ed opera.
Tante le rassegne, i riconoscimenti e i successi ottenuti sia a livello locale, nazionale sia internazionale.
Per l’artista il modo di dipingere è il modo di vivere, perchè ella lo fa col cuore e con la mente. Nelle stanze dell’arte di Gianna Stomeo si sosta e si attraversa il tempo, così come si snodano le tappe della vita.
L’opera della pittrice è una poesia musicale dove tutto è luce e non passa ombra, nè passi d’uomo e tutto diviene forza vibrante.
Gianna Stomeo con “Lacrima bianca”si racconta in 20 dipinti installati nelle prestigiose sale dell’ex Conservatorio S. Anna, nel cuore della città, per “sfogliare il libro artistico che si accorda con quello della sua vita.
L’artista ha già intrapreso una serie di viaggi nei suoi luoghi e nella sua terra. Intanto gli spettatori possono sostare nei sentieri o ai piedi dei rugosi ulivi, dove poter meditare, lontano dalla vita contemporanea, frenetica e sfuggente. Evidente è l’esaltazione della natura che è accarezzata, amata, cullata. Qui ella ritrova le sue certezze e la tentazione di fermarsi è grande come in “Radici…passi silenziosi” e in “Manto Bianco” i selvatici e delicati fiori delle campagne salentine che vivono una esistenza breve, ma fatta di rara bellezza; basterà l’improvviso animarsi di scirocco o tramontana, custodi fatali di questo sud, per svelare l’inganno:il selvatico e flessuoso manto bianco, come per incanto, vedrà svanire i suoi fiori nei fremiti di questi venti,ma il sentimento resterà sempre!
In “Alter Ego” una luna ombrosa prova ad esserle compagna nelle notti più buie.
Ella sente un canto che viene da lontano e lo cerca nelle radici ed ecco un
olio su tela “Il canto nella trama”. Ella tesse e annoda i fili della vita con i fili dell’arte per farne momenti di felicità. Usa la parola trama, per tramare e tramandare ossia raccontare come facevano le donne e gli uomini del sud.
Frattanto Gianna Stomeo è cresciuta, sente i limiti dei luoghi terreni e si pone domande non solo sulla vita, ma anche sullo spiritualità, sembra che quello che possiede non le basti più, forse può raggiungere “Uno sguardo verso l’orizzonte” in altri luoghi dove la sua anima si dilata e “Sospiri” dove i colori sono il vissuto dell’artista. e con essi si libra in aneliti vibranti.
E “Le note del silenzio”che appaiono come una contraddizione, invece sappiamo che anche il silenzio possiede la sua musica, la conducono nell’universo: i paesaggi divengono lunari, la luce è una bagliore nuovo, siamo nel sogno o nella realtà? il cielo e la terra divengono una preghiera. Qui non occorrono più i passi. Cosa cerca Gianna Stomeo? non le basta più la serenità terrena? Cerca il divino?l’eternità? cerca luoghi impalpabili per correre solo con il pensiero?cerca l’immaginario, l’inconosciuto? La sua vita è un continuo abbaglio, questa luce da dove viene? da dove attinge? forse da quei mondi impalpabili dove non si posa piede umano?
Così le opere si mostrano nella loro imponenza e pienezza spaziale dove ella è maestra indiscutibile delle forme e dei colori che attinge abilmente dalla natura e dall’universo.
Da questi viaggi non dobbiamo aspettarci di raggiungere una meta, perché, come dice l’artista, “io sono nulla…voi chi siete? viaggio per raggiungere il canto all’orizzonte”. Ma cos’è l’orizzonte? sappiamo che non è nulla di definitivo, sappiamo che è una linea che si sposta continuamente.
L’artista non separa, ma unisce, divenendo questo un modo tutto proprio di rappresentare la natura. Per lei il viaggio è rivelazione, nei silenzi di mari, cieli e terra, avvolti in una solitudine senza tempo dove sovrano regna la quiete.
Pensiero e meditazione sembrano essere la sua vera vocazione.
Frattanto lungo il suo viaggio artistico abbandona la tela e la sua produzione artistica si arricchisce con delle novità, ella si propone con una nuova tecnica:alluminio trattato con bagno di argento iodato, supporto che esprime la sua pienezza artistica con “Rughe nel petrolio” e Rughe nello spazio”:le rughe rappresentano il vissuto e il senso che l’artista dà alla sua arte come alla sua vita, compagne indissolubili e coerenti.
Ma i suoi viaggi, come i veri viaggiatori, è fatto di partenze e di ritorni, perchè in lei forte sempre rimane il desiderio di tornare nella lingua degli avi e ai giorni dell’infanzia dove ritrova rifugio. E ritorna all’antico supporto della tela.
I colori sono il vissuto dell’artista, perché la pittrice nel legame arcaico con la terra cerca la natura umana, ma anche nei silenzi di cieli e terra spera di dare forma alle pieghe della vita.
Ritorna in sentieri che si snodano nei paesaggi salentini, avviluppati tra cielo e terra. Dove gli ulivi pazienti l’attendono assieme ai venti che mai li abbandonano e quel mare, lì sullo sfondo, non sempre visibile, ma presente: fedele, rumoreggiante e libero… È il vento che passa, il mare rimane.
Ella è come l’ulivo “Il tempo mi è amico” il quale sulla piana sassosa ha sopportato le brezze di tramontana o di scirocco,impenetrabile,contorto e inesorabilmente solido, nonostante si lasci scavare. Come l’ulivo che vive in un rispetto antico con il mare, fatto di prudenza e di resistenza: vicini, ma ognuno al proprio posto. Egli ogni giorno della propria esistenza ingaggia una amorevole e silenziosa lotta di sopravvivenza che si è andato conquistando, affidandosi al tempo.
Questo approdo che è l’antologica non è definitivo perchè sicuramente Gianna Stomeo da un momento all’altro ci sorprenderà con una nuova partenza. Ed è questo che, chi conosce la sua opera, si aspetta, perchè sicuramente ci offrirà altri doni come “Lacrima Bianca”.