“Le tristi vicende di attualità sul Filobus e l’eterna indecisione della Giunta Perrone, che riesce nel giro di pochi giorni ad annunciare l’inaugurazione delle prima linea e contemporaneamente la sua dismissione, fanno venire voglia di prendere una decisione
d’impeto: mettersi alle spalle tutto, smantellare pali e fili e fare finta che ciò non sia mai successo, fare finta che questa pagina di brutta politica non sia mai esistita. Ma una scelta del genere, presa in modo istintivo e acritico, sarebbe una vittoria dell’attuale Amministrazione, che potrebbe così archiviare la faccenda come un incidente di percorso e proseguire nei suoi progetti.” Lo dichiara Loredana Capone. “Il Sindaco Perrone ha, infatti, un’idea della città dove le auto sono padrone incontrastate dello spazio urbano. Ha riaperto il centro storico al traffico, invece di proteggere i pedoni, continua a ridurre i marciapiedi (come di fronte all’ex Magistrale in Via Leuca) per dare spazio alle auto con il solo risultato di aumentarle, sì, ma in doppia e tripla fila. Ha realizzato persino piste ciclabili che si interrompono per dare spazio alle auto.
Minacciando di dismettere il filobus senza presentare alcuna alternativa, in sindaco cerca evidentemente di nascondere sotto il tappeto le sue responsabilità, ma soprattutto tenta di impedire a Lecce che in futuro possa godere di un servizio di trasporti pubblici efficiente.
Quale Sindaco assennato, con la generale crisi economica e con un Comune sull’orlo del dissesto, può dichiarare a cuor leggero di buttare dalla finestra 23 milioni di euro, dicendo “Abbiamo scherzato?”
Sono la prima ad aver definito la scelta di riempire la città di pali e fili una bruttura, ma oggi da cittadina che rifiuta di essere prigioniera di un traffico caotico e assassino, ho l’obbligo di chiedere che i cittadini sappiano perché sono stati spesi i loro soldi; quanto costa il filobus? quanto costerebbe gestire il sistema che è stato progettato e alimentato per più di 5 anni? quanto costerebbe dismetterlo? E se è possibile, quanto costerebbe una ristrutturazione delle linee e dei servizi che coinvolga l’hinterland della città e le marine?
Il Comune, insomma, si assuma le sue responsabilità e chiarisca se il filobus può essere attivato completamente con tutte e tre le linee. In caso contrario, dichiari pubblicamente il fallimento del suo progetto e mostri ai cittadini la sua incapacità di governo della cosa pubblica. Perdite di tempo e rimpalli di responsabilità ulteriori appaiono offensivi verso la pazienza e l’intelligenza dei leccesi.
Fornisca, dunque, una valutazione economico finanziaria dell’attività di smantellamento e verifica della sua sostenibilità poiché già una volta è stato salvato dalla Regione Puglia. E’ indispensabile, cioè, una valutazione che consenta ai cittadini di evitare che al danno della perdita di un servizio pubblico già finanziato si aggiunga la beffa di un altro aggravio di spesa senza alcun vantaggio.
Si preoccupi, al contempo, di consegnare al più presto anche una valutazione economica di un piano delle linee urbane alternativo che preveda:
1) l’attivazione di tutte e tre le linee del filobus (Linea 1 viali esterni, Linea 2 ecotekne, Linea 3 Viali centrali).
2) la modifica delle attuali linee, dopo aver tenuto conto delle reali esigenze dei cittadini, in modo da renderle più snelle e veloci e intercollegate con le fermate del filobus.
3) il collegamento con i comuni di Surbo e Giorgilorio, Cavallino, San Cesario e Monteroni allungando di poche centinaia di metri le attuali linee urbane esistenti e creando un vero sistema di trasporti che favorirà la riduzione delle auto in arrivo dai comuni limitrofi.
4) l’mpegno di tutte le risorse recuperate dai parcheggi a pagamento per il potenziamento del servizio pubblico urbano.
I cittadini devono possedere tutti i dati per poter valutare la congruità della scelta finale da compiere, hanno il diritto di scegliere qual è, per loro, il male minore. Per questo motivo chiediamo che il Comune dichiari sin da subito i costi necessari per lo smantellamento e quelli relativi ad una possibile riconversione e che sottoponga ai leccesi a un referendum che permetta loro di scegliere tra l’una e l’altra ipotesi, essendo esclusa, a nostro avviso, che tutto rimanga così com’è, vale a dire brutto e inefficiente.
Il referendum potrebbe essere celebrato proprio il giorno delle elezioni amministrative, in modo da garantire la più ampia partecipazione al voto possibile e il risparmio di risorse.”