Li abbiamo visti anche piangere; li abbiamo sentiti lamentarsi a causa dell’accanimento con cui, a loro dire, si indagava ficcando indebitamente il naso nei loro comportamenti, nelle loro abitudini, nelle loro scommesse!
L’arresto di Doni, tanto per fare un nome e capire di che si parla, non significa conclamata colpevolezza del soggetto; ma non significa neanche totale estraneità ai fatti che gli vengono addebitati! La legge stabilirà. Ma una cosa può essere affermata: evidentemente gli anticorpi del calcio hanno funzionato male o non hanno funzionato per niente, se è vero che i primi clamorosi casi di “taroccamento” e di partite truccate, hanno nel tempo trovato parecchi replicanti quasi senza soluzione di continuità.
I nomi dei primi riconosciuti truffatori li ricordiamo infatti bene; i loro volti e la loro voce, per chi abbia deciso di dimenticarli, compaiono puntualmente in video a commento del calcio e qualcuno viene pagato perchè sparga la propria ailluminata saccenza calcistica sulla stampa.
Non provo remora alcuna nell’affermare che per chi si è macchiato di “omicidio della lealtà sportiva” la pena adeguata sia “l’ergastolo civile”: Via dai giornali, via dalle TV, via dalle tavole rotonde o più o meno quadrate!