A fine gara si guarda alla classifica più che al risultato maturato in campo: i punti dalla quota salvezza sono cresciuti; sono ora nove, esattamente come i nove del Lecce ancora sconfitto al via del mare.
Dire che contro la Juve il Lecce meritava di più (per molti aspetti che vedremo in cronaca è proprio così) seve a poco; resta la incosistenza di una squadra che non è capace di tradurre in numeri quel che bene o male riesce a creare. Cronaca.
Si nota benissimo perchè è l’unica bandiera giallorossa in una curva nord spelacchiata mentre la sud, stracolma, è un impressionante sventolio bianco e nero; in mezzo c’è il verde su cui Lecce e Juve svolgono il loro compito: Strasser si rompe al terzo minuto, infortunio serio alla caviglia, spazio ad Olivera; il Lecce punge subito; Buffon ci mette una pezza su Giacomazzi insidioso, ma la Juve, inizialmente presuntuosa e scomposta, accenna a crescere.Cuadrado pedala che è un piacere, peccato si smarrisca nell’ultimo tocco, smazza anche per proteggere Oddo alle prese con Vucinic per poi ripartire a rifornire (inutilmente) le punte: un lavoraccio il suo!
Esce Quagliarella con lo zigomo fratturato (21°) entra Matri, ma la partita, almeno in senso estetico, stenta a decollare fino a che, al 25°, Vucinic fionda su Benassi la cui corta respinta trova Matri lesto a buttarla nella rete incustodita o quasi. La reazione giallorossa c’è pur portando con sè la ormai consueta dose di imprecisione: lanci troppo lunghi o troppo corti, aperture all’insegna del ” se la va la va”, e così la Juve ha buon gioco nel far girare palla con Buffon quasi a far da spettatore. Olivera innesca Di Michele, c’è spazio, ci sono un paio di possibilità compresa quella di puntare dritton su Buffon, basta decidere, ma Di Michele indugia in attesa di non si sa bene che cosa, la Juve chiude il buco e buonanotte.
All’intervallo il punteggio è 0-1
Il Lecce riparte con veemenza incoraggiante, ridimensiona la solidità difensiva dei bianconeri senza tuttavia riuscire ad abbatterla anche perchè Di Michele non ha oggi la mira dei giorni migliori e Cuadrado paga qualcosa in termini di lucidità per il gran lavoro svolto nel corso della prima frazione. Non è una gran Juve, però riesce a tener botta rischiando il minimo. Cosmi richiama in panca lo spento Di Michele sostituendolo con Pasquato; entra anche Corvia per Obodo, aumenta il potenziale offensivo ma non la precisione nei pressi dei possedimenti di Buffon (vedi Pasquato a cinque metri dal Gigi). Restano gli errori in fase di concretizzazione e resta la insipienza di una Juve che è vero, ha il risultato a suo favore, ma non riesce a marchiare la partita nè a dare una impronta di qualità alla manovra; qui, al via del mare, si è visto di molto meglio!
In ogni caso prende tuttavia forma concreta la conseguenza del risultato: la Juve viaggia al comando della classifica, il Lecce vede allontanarsi la quartultima posizione; tutto il resto è filosofia; filosofia che nel calcio conta assai poco!