Il fatto che, anche dopo la “dignitosa” partita giocata dal Lecce contro la Juventus, si sia sempre a 9 punti, la dice molto lunga su quello che sarà il triste epilogo di questo campionato.
La parola “serie B” sembra essere bandita dal vocabolario degli addetti ai lavori ed anche i tifosi sperano di esorcizzare l’evento evitando di pronunciarla. E’ naturale che non ci si voglia pensare, ma è doveroso tenerlo presente perché, statisticamente, sembra il più probabile.
Viene quasi sempre ricordato, se non altro per buon auspicio, il “famoso” campionato 2003/2004 con quella meravigliosa cavalcata nel girone di ritorno che fruttò ben 29 punti, straordinaria media di 1,526 a partita con un rendimento da ammissione all’Europa legue, e che ci fece sognare un futuro e prospettive mantenute solo l’anno successivo con i 44 punti di Zeman. Oggi azzardare il confronto con quell’anno, mi sembra più complicato. Intanto era un torneo a 18 squadre (questo potrebbe rappresentare anche un vantaggio) ma aveva una squadra, l’Ancona, già praticamente condannata se è vero che al temine del campionato racimolò soltanto 13 punti e poi il Lecce vantava uno zoccolo duro di tutto rispetto con il ventitreenne Chevanton che nei due campionati precedenti aveva realizzato in A 11 reti ed in B 15 reti, con Giacomazzi più giovane di nove anni, con un laterale di fascia come Tonetto, con centrali come Stovini e Silvestri cui facevano da contorno giovani come Bojinov, Ledesma, Konan, Cassetti ai quali, con il mercato di riparazione, si aggiunsero Sicignano a dare sicurezza alla difesa e la coppia Bolano-Franceschini ad irrobustire in maniera considerevole il centrocampo. Il rapporto reti fatte reti subite, 43 a 56, ha risentito molto del disastroso inizio ed anche delle minori partite giocate. In quell’annata Chevanton segnò ben 19 reti con 31 partite disputate ed il secondo cannoniere della squadra fu Konan con 6 reti.
Oggi abbiamo le stesse potenzialità per poter sperare? Intanto lo “zoccolo duro” Giacomazzi- Di Michele mi sembra un po’ avanti con gli anni e quindi con le risorse fisiche, non mi sembra che si disponga di difensori aggressivi ed arcigni come Stovini, Silvestri, Siviglia, Bovo (sì avevamo anche il giovane Bovo che disputò 19 partite e realizzò 2 reti), non abbiamo il Ledesma, sia pure giovanissimo, non abbiamo punte come lo erano Chevanton e Konan che avevano come alternative Bojinov e Vucinic, sia pure giovanissimi ed avevamo centrocampisti “palluti” come Bolano, Franceschini, Cassetti. Inoltre, a parte i rinforzi del mercato di riparazione, gli altri, quasi tutti erano di proprietà del Lecce, cosa che oggi non si verifica essendo, per la maggior parte prestiti.
Allora, di nuovo, è riproponibile il raffronto? Si a patto che il Lecce possa chiudere l’andata con 16 punti (due vittorie nelle prossime due partite) e possa essere irrobustito sostanziosamente: portiere, centrale, centrocampista e punta. Questo potrebbe non essere sufficiente se non si provvederà anche a sfoltire la rosa rinunciando a coloro che “non se la sentono”. Poiché questa frase è stata detta in diverse occasioni da Cosmi, Giacomazzi, Carrozzieri e Mesbha, comincio a pensare che ci sia anche qualche piccolo problema di spogliatoio. Ripeto fino alla noia, questa squadra ha bisogno di gente in grado di lottare con il coltello fra i denti dall’inizio al termine della partita, non ha bisogno di giocatori esperti ma ormai sfiatati (rivedere in TV l’atteggiamento di Oddo in occasione della rete di Matri: prova a seguirlo ma poi lo lascia perché sfiatato).
Credo sia giunto anche il momento che sulla stampa e sulle TV non si parli più di un Lecce che ha giocato ma è stato sfortunato (non realizzare quando si deve, aprire varchi sulla rimessa laterale o farsi goffamente scappare la palla dalle mani, non è sfortuna ma mera lacuna tecnica). L’essenza del calcio non è il bel dribbling per la gioia dell’esteta, ma la voglia e la capacità di adottare tutte le misure occorrenti per “vincere” la partita perché alla fine si salva o vince il campionato chi fa più punti. E qui siamo carenti ed ecco perché tutto il mio scetticismo.