“Con una scelta molto discutibile che il Pd ha fortemente avversato, la giunta Perrone – con il solo obiettivo di fare cassa – ha approvato un gigantesco quanto scellerato piano delle alienazioni che ha previsto la vendita, o sarebbe meglio dire la svendita, di una parte consistente del patrimonio
del nostro Comune; nel lunghissimo elenco degli immobili da vendere figurano, tra l’altro, anche beni di pregio.” Lo dichiara l’On. Antonio Rotundo.
“In questo modo si è stravolto lo stesso assetto urbanistico e si è posto mano ad una sorta di Piano regolatore ombra, prevedendo cambi di destinazione d’uso per oltre 400mila metri quadrati di terreni e 1 milione circa di metri cubi di immobili, tra cui il tribunale, scuole, uffici pubblici, strutture vincolate ad uso sociale e culturale, funzionali alle funzioni proprie del Comune e pertanto non alienabili.
Proprio perché si metteva in vendita una così importante parte del patrimonio pubblico della nostra città, il Pd chiedeva di affidare la valutazione di congruità degli immobili da vendere all’ex UTE( ora Agenzia del Territorio), convinti che una gestione attenta ed oculata delle risorse pubbliche richieda la necessità di assicurare il massimo di trasparenza.
Ma quelle ragioni di trasparenza e di imparzialità che dovrebbero consigliare che ci governa di affidarsi ad un organo terzo non hanno trovato orecchie attente nella giunta di Palazzo Carafa, che sinora ha preferito fare i prezzi senza la consulenza dell’ex Ute.
Un solo esempio delle tante incongruenze del piano, l’Ufficio Annona di via Braccio Martello: nel piano iniziale della delibera del Consiglio Comunale 104 del 2010 si propone il cambio di destinazione in direzionale e commerciale( D5 ) con un valore di 3.200.000 euro, destinazione urbanistica confermata nella delibera di giunta Comunale 178 del 2011; successivamente si modifica la destinazione in residenziale e si abbassa il valore a 2.300.000 euro e siccome non vi sono state offerte, nella prossima asta il valore dell’immobile si abbassa ulteriormente del 20% a 1.760.000 euro.
A garanzia dell’interesse generale e ricordando che gli immobili di cui parliamo sono pubblici, cioè di tutti i cittadini, perché ci si ostina a non voler chiedere il parere all’Ute con il rischio che gli immobili possano essere sottostimati con conseguente danno erariale per il Comune?
Chiediamo a Perrone di fare esattamente quello che ha fatto alla Provincia Gabellone che ha sottoscritto già da tempo una apposita convenzione con l’Agenzia del Territorio per la valutazione di congruità dei beni di proprietà da alienare.
Francamente non riusciamo a comprendere le resistenze di Palazzo Carafa a fare altrettanto. Non vorremmo che, come successo con i Boc, Via brenta ed il filobus, quando l’opposizione fu inascoltata, tra qualche tempo la Corte dei Conti dovesse accertare che l’operazione alienazione degli immobili si sarà rivelata un gigantesco danno alle casse comunali.”