La candidata sindaco per il centrosinistra e i consiglieri comunali di opposizione, nonostante l’inclemenza meteorologica, hanno incontrato questa mattina i commercianti del mercato bisettimanale di Lecce per valutare le criticità dell’imminente spostamento in via Bari
E’ un dibattimento che va avanti da mesi, quello tra l’amministrazione comunale che ha realizzato la nuova area mercatale e gli operatori che non ci stanno alla nuova sistemazione. Tra i tanti motivi, si rivendicano soprattutto spazi più ampi e maggiori servizi; la campagna elettorale ormai attiva ha innestato nella controversia le forze di opposizione con a capo Loredana Capone, che questa mattina ha incontrato i commercianti del mercato attualmente ubicato sul Viale dello Stadio.
Uno spreco di risorse pubbliche, secondo la candidata, un progetto sbagliato e realizzato male, costato 800mila euro di cui 300mila finanziati dalla Regione.
Lo scorso 2 marzo, in occasione del Consiglio comunale, i consiglieri Pd abbandonarono l’aula in segno di protesta prima del voto che avrebbe approvato la delibera di Giunta che modificava la precedente nella disposizione degli stand. Ai 274 posti inizialmente previsti, con una capienza pari a 32 metri, si è arrivati a 300 posti, 200 dei quali di 44 metri, ma le bancarelle “new entry” si devono accontentare dell’area esterna al perimetro del mercato, nel tratto di via Bari tra viale Roma e via Venezia, a ridosso della scuola. Un compromesso con gli ambulanti che chiedevano 56 metri per tutti, necessari anche per il parcheggio del furgone. “In questo modo – ha spiegato il portavoce dei commercianti Giuseppe De Pascali – ci sarà una guerra tra poveri, tutti vorranno stare all’interno dell’area dal momento che la Tosap, la tassa per l’occupazione dell’area è uguale per tutti, per non parlare del disagio che sarà arrecato alle famiglie che verranno a prendere i bambini da scuole e asili ubicati in quell’area”. Se si confrontassero le immagini di tre aree mercatali di recente costruzione, Maglie, Gallipoli e Lecce, ha continuato De Pascali, si noterebbe subito la differenza già nella progettazione.
A Lecce ci sono solo 4 bagni pubblici, non c’è una recinzione idonea, non si è tenuto conto del carico e scarico delle merci né della compatibilità con il traffico cittadino della zona. “Per non parlare della realizzazione dell’area, ha spiegato un altro commerciante, che è venuta giù nel centro al primo acquazzone, e noi ci chiedevamo come mai i camion che ultimavano l’area girassero tutto intorno al perimetro senza andare mai al centro”. Il progetto, sbagliato, prevedeva il riempimento di un avallamento fatto male che è sprofondato prima dell’utilizzo, per la Capone, mentre i commercianti lamentano da sempre l’arroganza con cui l’amministrazione non ha tenuto conto, inizialmente del loro parere, né delle proteste successive. Il ricorso al Tar si è reso necessario, “la sentenza si avrà il prossimo 7 marzo ma al comune hanno pensato di approvare la delibera con le modifiche apportate, appena 5 giorni prima, così che se il Tar ci dovesse dare ragione, il giudizio del Giudice Amministrativo non avrà potere di annullamento della delibera, e dovremo provvedere ad un altro ricorso. Oltre al danno, la beffa.