“Quando la paura fa 90, escono fuori i sondaggi. Si tratta di rilevamenti che non si capisce bene come siano stato eseguiti e che comunque perdono il loro significato di fotografia dell’esistente per diventare strumento da utilizzare per mobilitare i propri seguaci e smontare le altrui certezze.”
Lo comunica in una nota il Candidato Sindaco di Lecce, Antonio Capone.
“Il fatto è un altro: l’ubriacatura delle primarie, tanto a destra quanto a sinistra, non solo non ha chiuso la partita, ma ha fatto comprendere ai cittadini che Lecce non può permettersi altri cinque anni di cortigianeria, di vita spesa alla corte dei potenti di turno, sempre presenti con i loro faccioni nel periodo elettorale (basti guardare i 6×3 in città) e sempre assenti nel momento del bisogno dei cittadini, quando, a cariche raggiunte, ci si dimentica dell’ascolto promesso.
Siamo convinti che i sondaggi in circolazione siano molto lontani dal vero. Basta parlare con la gente, anche con coloro che per timore reverenziale si sono recati alle primarie, per capire che la musica che uscirà dalle urne sarà diversa.
La gente è stanca del notabilato autoreferenziale che non conosce i nervi scoperti della crisi vera, di quella crisi che attanaglia tante famiglie leccesi.
La promessa di un posto di lavoro, questa volta, non sortirà effetti perché è il passato che parla con le sue verità: tutti sanno che finita la campagna elettorale quei posti messi a concorso saranno ad appannaggio dei figli dei soliti noti. Il 6 e 7 maggio, chi adesso pensa di giocarsela per la vittoria, si ritroverà deluso.”
La storiella del sondaggio torna a colpire – dichiara l’ass. Massimo Alfarano – Loredana Capone ci riprova a diffondere i risultati di una competizione che la vedrebbe perdere largamente, ma non affondare al primo turno. L’esperimento lo aveva già provato contro Carlo Salvemini quando, per compattare un partito che sembrava distratto nei suoi confronti in occasione delle primarie del centrosinistra, fece girare il racconto figurato secondo il quale era 30 punti percentuali indietro al suo competitor e se l’intero Pd non voleva fare brutta figura doveva rimboccarsi le maniche, da subito, e correre in suo sostegno. Oggi il grido di battaglia viene lanciato contro Paolo Perrone e il centrodestra che sarebbero in vantaggio sì, certamente sì, ma non a tal punto da chiudere la partita già la sera del 7 maggio. L’impressione dei leccesi, non soltanto la nostra, è che si sia trattato di un tentativo di rianimazione nei confronti di militanti intristiti dall’aria che si respira in città dove, per aver bene operato, il centrodestra gode di un credito palpabile, tangibile. Per carità, i voti sono altra cosa, ma è innegabile che le primarie del centrodestra abbiano dimostrato il feeling tra l’attuale classe dirigente e la parte largamente maggioritaria della cittadinanza. “Feeling” politicamente parlando significa felice coincidenza tra le nostre idee di crescita e sviluppo e le aspettative dei cittadini che, dati alla mano, hanno tastato come gli impegni elettorali si siano sempre trasformati in progetti concreti, in tutti i settori dell’amministrazione . E’ miope, pertanto, il messaggio lanciato surrettiziamente da Antonio Rotundo, il quale vorrebbe vedere zone d’ombra nella linea trasparente di consenso che è aperta tra il centrodestra e gli elettori da quindici anni. Il Pdl è riuscito, sotto una sapiente guida a più voci, a poter contare non soltanto sul proprio vissuto amministrativo – che la vede eccellere in ogni ambito – ma anche su alleanze politiche organiche che hanno esteso la sua base e ricompattato comuni sensibilità che si erano sfilacciate nel recente passato. E’ comprensibile, per ricorrere ad una metafora calcistica, che chi ha chiuso il primo tempo sotto di una goleada, provi all’interno dello spogliatoio a ritemprare lo spirito per trovare le forze necessarie a continuare la battaglia elettorale; diverso e sbagliato è che, per auto motivarsi, si accusino i tifosi, rei soltanto di sostenere chi esprime il gioco più bello.
«I sondaggi presentati oggi dal centrosinistra dimostrano un unico vero dato: la stanchezza dei cittadini verso una politica autoreferenziale, troppo occupata a pensare alle faide interne, piuttosto che a gestire quotidianamente i problemi della città. Una solfa che si ripete da troppo tempo, che ha causato l’allontanamento di un numero sempre maggiore di leccesi», osserva il candidato sindaco Luigi Melica. «Dal momento della mia discesa in campo, ufficializzata il 9 marzo scorso, è incominciata una nuova fase di ricomposizione del Terzo polo. Ai due poli, centrodestra e centrosinistra, devo dare una notizia: oggi, molti di quei cittadini stanno rivolgendo la loro attenzione proprio al Terzo polo. Ogni giorno, riceviamo attestazioni di stima da parte di coloro che hanno saputo riconoscere la vera novità nell’agone politico leccese: un centro che propone contenuti, restando coi piedi per terra» annuncia Melica.
«Meritocrazia, libertà, equità e professionalità: questi saranno i nostri punti di forza, che sapranno creare gli strumenti per rendere Lecce una città emancipata dalle clientele, dai favoritismi, dalle elargizioni calate dall’alto senza una selezione seria, che faccia il bene della comunità.
Saremo il partito della società civile, proprio quella che oggi vorrebbe disertare le urne, perché non presa in considerazione dai due poli».
«E a proposito di “Poli” – conclude il candidato del Terzo polo –. Il sindaco Perrone proprio non vuole capire (o finge di non farlo) la gravità della relazione del Presidente della Corte di Conti, che punta il dito contro quelle operazioni finanziarie, immobiliari e infrastrutturali che lui avallò durante la giunta Poli, salvo poi rinnegarle cacciando dalla Giunta la sua “madrina”. Problemi parzialmente risolti? Non credo proprio, visto che sta riproponendo lo stesso ticket di 5 anni fa, disastrosamente fallito, caduto sotto la scure delle indagini giudiziarie e lasciando i bilanci comunali in dissesto.
Una giunta Poli-Perrone non saprà affrontare una città più povera, i cui disoccupati aumentano di giorno in giorno. È troppo intenta a non litigare. E la telenovela continuerà».
L’assessore al Bilancio Attilio Monosi commenta il sondaggio diffuso dalla candidata a sindaco del centrosinistra Loredana Capone: “I sondaggi che il centrosinistra ama diffondere, puntuali come le lancette di un orologio, ci portano a fare alcune considerazioni. Loredana Capone e i suoi, abituati a cercare un consenso sulla carta che purtroppo non arriva, devono fare i conti con il mancato gradimento da parte dei cittadini e quindi a mettere una toppa che salvi loro la faccia. Così come già accaduto in occasione delle primarie del centrosinistra – quando per stessa ammissione dei promotori della strategia comunicativa della candidata si provvide a diffondere i risultati del sondaggio (che, contrariamente ad oggi, la davano per vincente al primo turno contro Paolo Perrone in caso di affermazione su Carlo Salvemini) con il solo obiettivo di “svegliare” una compagine politica addormentata e di “metterla sull’attenti” – oggi il centrosinistra torna a divulgare i dati di un nuovo sondaggio commissionato allo stesso autorevolissimo Istituto Troisi di Bari che, come in una sorta di parabola discendente, le nega ogni possibilità di vittoria al primo turno e le concede soltanto una carta da giocare al ballottaggio. Una possibilità strumentalizzata dal centrosinistra, perché non contempla quella fetta di indecisi e di non votanti, la metà della quale basterebbe per decretare la vittoria del centrodestra al primo turno. Ringraziamo l’Istituto Troisi che, grazie ai 12 punti percentuali di vantaggio che emergono da questi dati, avvalora, riconosce e conferma il nostro percorso positivo. Loredana Capone è e resta distante dai leccesi, semplicemente perché non li conosce: pensa, sbagliando, che possano abboccare all’amo dei suoi bassi tatticismi elettorali, sottovalutando la loro coscienza critica e lo spirito di partecipazione alla vita politica. Chi conosce l’operato di questa amministrazione ne ha apprezzato la serietà, le scelte e le posizioni. Il miglior sondaggio in nostro possesso, fino a questo momento, è il risultato delle primarie, in termini di partecipazione e di riconoscimento nei confronti del sindaco Perrone e della sua maggioranza”.