Fotografo freelance, collaboratore di diverse testate giornalistiche, ha scelto in queste sue 16 immagini a colori di fotografare gli immigrati giunti nella primavera del 2011 presso Manduria, Una storia raccontata per immagini, in cui Toti Bello ha imprigionato i sentimenti di questa gente, piena di speranza, piena di voglia di guardare altrove e lasciarsi l’incubo alle spalle.
Erano profughi che fuggivano dall’inferno. Tutto ebbe il 17 dicembre 2011, quando un ambulante tunisino, Mohamed Bouazizi, si dette fuoco per protestare contro il sequestro della sua merce da parte delle autorità tunisine. Il suo gesto disperato diede inizio alla primavera araba: una serie di sommosse che coinvolsero i principali Tunisia, Egitto, Libia, portando alla caduta e alla morte di dittatori che da decenni detenevano un potere assoluto nella regione.
Assieme alle rivolte, partì dalle coste di Tunisia e Libia un flusso migratorio di disperati in cerca di salvezza dalla fame e dalle angherie della guerra civile. La prima terra promessa fu Lampedusa: l’isola più a sud dell’Italia, più vicina alle coste della Tunisia che alla Sicilia.
Nel marzo 2011, la situazione sull’isola sfuggì di mano: c’erano quasi 6 mila stranieri contro una popolazione locale di meno di 5 mila abitanti. Da qui il passaggio verso altri centri, tra cui Manduria (Taranto), dove il campo poteva ospitare fino a 3200 persone. Come prevedibile, anche qui, si raggiunse un elevato numero di immigrati, tanto da portare molti alla fuga.
Il 2011 sarà ricordato come l’anno più caldo nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) italiani, e non solo. Questo perché malgrado molti italiani cercavano di aiutarli, magari offrendogli cibo e acqua, in alti casi i tunisini venivano maltrattati, visti come invasori, portatori di malattie. Sono stati mesi difficili per questa gente e Toti ha cercando con i suoi scatti di dare voce a questi momenti, ai loro occhi, alla loro paura, ma al tempo stesso a quella forza con cui hanno cercato di affrontare questo triste viaggio.