Sei comuni in campo per difendere le determinazioni della Giunta regionale del 5 giugno 2012, che hanno permesso al punto nascita di Galatina di rimanere in piedi. In mattinata, nella conferenza stampa tenutasi all’interno dell’ufficio del sindaco Cosimo Montagna, sono state spiegate le ragioni
che hanno spinto i comuni di Galatina, Cutrofiano, Sogliano Cavour, Soleto, Neviano e Aradeo a organizzare una specie di ‘controprotesta’ a difesa delle decisioni dell’esecutivo di Vendola.
«Il polverone politico e mediatico alimentato dopo le determinazioni sui punti nascita della Regione non aiuta a creare il necessario clima di equilibrio, lucidità, pacatezza e ragionevolezza, indispensabile per giungere a scelte che possano promuovere e migliorare gli standard di sicurezza, qualità e appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita. Scelte che garantiscono, subito dopo, servizi in grado di offrire alla donna e al neonato qualcosa in più e non, invece, togliere quanto viene oggi garantito», ha chiosato il sindaco di Galatina.
In altre parole, il messaggio che Montagna ha lanciato, coadiuvato dai comuni dell’hinterland,dal Tribunale dei diritti del malato, rappresentato da Maria Luisa Guido, e da altri comitati per la difesa dell’ospedale di Galatina, è chiaro: «Giù le mani dal nostro ospedale, perché la Regione Puglia ha rimodulato i punti nascita recependo le Linee di indirizzo dell’accordo conferenza Stato-Regioni del 2010 per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione/razionalizzazione del taglio cesareo, che prevede, tra l’altro, la chiusura definitiva dei reparti maternità dove si effettuano meno di 500 parti all’anno e alla razionalizzazione di quelli che ne effettuano meno di mille».
Secondo i dati del Comitato Percorso Nascita Regionale, l’area del nord Salento (Galatina, Copertino)si attesta sui 1800 parti annui, mentre l’area del sud Salento (Casarano, Gallipoli, Scorrano) sui 1300 parti annui. In base a questi numeri, il governo Vendola ha deciso di riservare due punti nascita per il nord Salento (Copertino e Galatina) e un solo punto nascita per l’area sud Salento (Scorrano).
Insomma, l’area jonica non sarebbe scoperta, secondo i sostenitori dell’iniziativa di questa mattina: anche se importanti centri come Nardò, Casarano e Gallipoli restano senza punti nascita, c’è una ratio e i dati tecnici che devono essere rispettati.
Il comune di Galatina è sulla stessa lunghezza d’onda dell’Asl leccese: meglio lasciare le cose come stanno e offrire percorsi di assistenza alle donne incinte, più che proporre riaperture insonstenibili.
«Questa mattina abbiamo riunito i sindaci della zona per rivendicare il ruolo centrale dell’ospedale di Galatina e per chiedere l’applicazione della delibera della giunta regionale, perché è basata su dati concreti: Galatina ha tutte le caratteristiche per conservare il suo punto nascita, caratteristiche che altri ospedali non avevano, per questo i loro punti nascita sono stati chiusi».
Il messaggio e chiaro: se si tratta di fare la guerra di campanile, siamo in grado di scendere in campo anche noi. Intanto, in Regione, alcuni consiglieri regionali, sulla spinta delle proteste gallipoline e casaranesi, si muovono per cambiare le carte in tavola.
Alberto Capraro