A partire dalle 21.30, nel parco del Crocefisso di Muro Leccese sarà presentato il nuovo lavoro discografico degli Zimbaria, dal titolo “Pathos Taranta”. Special guest Cesko degli Après la classe e l’eclettico chitarrista acustico di origine inglese Damien Nolan.
Dopo cinque anni di concerti in giro per l’Italia e all’estero, il gruppo Zimbaria pubblica un nuovo lavoro discografico: “PATHOS TARANTA” (IWM – Italian World Music), in distribuzione nazionale da fine luglio e digitale su iTunes, Amazon e www.msol.biz. È il primo cd del “dopo Zimba” per il gruppo fondato dal compianto cantore e tamburellista di Aradeo, icona del movimento di riscoperta e rivalutazione della tradizione musicale salentina.
Dopo la sua scomparsa del grande Pino, avvenuta nel 2008, il gruppo ha scelto di andare avanti sotto la guida di Rossano Ruggeri che è il compositore ed autore di tutti i brani del nuovo cd “Pathos Taranta”. L’attuale formazione comprende, oltre a Ruggeri (tres, chitarra e armonica), Simone Longo (tamburello e voce); Salvatore Salentino (violino); Marco Dell’Anna (fisarmonica e voce); Gabriella Morciano, voce; Luisa Campa, voce e chitarra; Edoardo Zimba (tamburello) e Antonio Marra (batteria).
“Pathos Taranta” è una pietra miliare per la world music italiana: si caratterizza ritmicamente per l’uso pioneristico della batteria – affidata alle sapienti mani del maestro Antonio Marra, storico batterista dell’Orchestra Notte della Taranta (le sue cavalcate ritmiche sono un ormai un marchio di fabbrica nella musica popolare) – accanto ai tradizionali tamburelli, per la struttura formale dei brani che resta ciclica e monodica nelle cellule strumentali e vocali e, soprattutto, per le tensioni creative e le atmosfere armoniche dove l’impiego del modo minore e di dissonanze inusuali evocano potentemente un mondo musicale che si auto-svela in un viaggio dentro la nostra percezione inconscia.
Le nove canzoni del disco guidano chi ascolta in un percorso mentale che è quasi un’esperienza estraniante, a cominciare dall’intensa “Mozzafiatu”, con il suo sound dirompente fra pizzica e ritmi tribali, passando per un capolavoro come “Lassi lu segnu” costruita su un crescendo da trance e dedicata al compianto Pino Zimba, fino a “Miriagono” dove Mediterraneo e nebbiose atmosfere celtiche si fondono magistralmente. Una vera chicca è il brano che chiude il disco, “Quantu costa la serenità”, con le melodie ossessive del violino che scandiscono l’evolversi di un intreccio carico di tensione e quel ritmo martellante che prende alla pancia e smuove la testa (e i piedi).
Il risultato è un sound straordinariamente coinvolgente. Il tamburello pulsa come un cuore umano, con il ritmo per un verso ipnotico, regolare e per l’altro verso frenetico, in grado di trasmettere quell’entusiasmo rituale tipico della musica popolare salentina di cui gli Zimbaria sono ambasciatori nel mondo.