Sono continuati anche oggi gli interrogatori della banda smantellata giovedì scorso nell’ambito dell’operazione “Sacro Cuore” culminata in undici arresti, cinque dei quali finiti ai domiciliari
Ed oggi è stato proprio il loro turno che, però, hanno fatto tutti scena muta, tranne Pasquale Montefusco, 23enne di Maglie. Difeso dall’avvocato Dimitry Conte, l’uomo ha negato qualsiasi addebito circa un suo presunto coinvolgimento negli affari di droga. Dinanzi al gip Cinzia Vergine, ha spiegato come svolga una regolare attività, quella do gommista e che le telefonate intercettate con il cugino Salvatore De Donno, uno degli arrestati, non avevano mai nulla di illecito. Così come si fa riferimento ad una telefonata in cui il giorno dopo i due si danno appuntamento per bere una birra. Nessuna parola criptica, ha spiegato Montefusco, quel giorno era il suo compleanno e avrebbe voluto festeggiare con il cugino. Tutti gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: Giorgio Piccinno, 24 anni, titolare di una pizzeria, di Maglie, soprannominato “Bambi”, Melanie De Donno, 21 anni, titolare del bar “Gemelli”, Davide Coluccia, soprannominato “Pisca”, Dario Coluccia, 24 anni, anch’egli di Bagnolo del Salento, soprannominato “Pisca”, difesi dagli avvocati Alberto e Arcangelo Corvaglia e Raffaele Di Stato. Sabato scorso, invece, erano state ascoltate le sei persone finite in carcere: Andrea Santese, 36 anni, gestore del bar “Gemelli” di Maglie, Michele Iodice, 31 anni, disoccupato, ed ex impiegato del bar “Gemelli”, Vito Manta, (già recluso), 40 anni, di San Pietro Vernotico, Salvatore De Donno, 25 anni, di Maglie, cameriere soprannominato “Gnefu” e di Diego Gabrieli, 25 anni, di Maglie, disoccupato. L’unico a rispondere fu Domenico Tunno, 25 anni, dipendente del bar “Gemelli”, che riferì come pur lavorando nel bar considerato la centrale dello spaccio non avrebbe mai saputo nulla su vendite di dosi di droga e di affari illeciti.