Tra i redditi dichiarati e quelli da lui realmente posseduti c’era una sproporzione di oltre 10milioni di euro. Una cifra da capogiro, che lui, Alberto Trisolino, imprenditore immobiliare di Taviano, di 76 anni, come accertato dalle indagini dei finanzieri, sarebbe riuscito ad accumulare nel tempo con usura e prestiti dagli interessi gonfiati.
Tutti i suoi beni sono stati sequestrati preventivamente dalla guardia di Finanza di Gallipoli, che hanno apposto i sigilli a tre società di capitali, operanti nel settore della compravendita immobiliare, 9 conti correnti, sui quali erano depositati 211mila euro, 53 fabbricati nella zona di Taviano, nonché 29 terreni agricoli, distribuiti tra la città dei fiori ed Alezio: tutto questo, per un valore di 10milioni e 400 mila euro.
Gli episodi di usura – come accertato dagli investigatori – sarebbero iniziati già nel lontano 2001, ma l’indagine dei finanzieri, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia, è partita nel giugno del 2011, a seguito della denuncia presentata da un imprenditore di Gallipoli. Dopo di lui, almeno altre dieci persone si sarebbero presentate in Procura, per denunciare l’imprenditore tavianese, che ai prestiti elargiti applicava tassi di interessi usurari, che oscillavano tra il 60 ed il 212%.
Come accertato dai controlli fiscali dei finanzieri, tuttavia, il 76enne avrebbe dichiarato al fisco, dal 2008 al 2011, cifre irrisorie, non corrispondenti al vero. Nel 2008 avrebbe dichiarato di avere guadagnato soltanto 19 euro, 28 euro l’anno successivo, 108 nel 2010 e nel 2011 “persino” 340 euro. Praticamente l’indagato risultava nullatenente (immobili, società e terreni sequestrati erano intestati alla moglie, una sudafricana, ed ai suoi tre figli), ma aveva nelle sue disponibilità un piccolo impero.
In una circostanza, per fare fronte al debito contratto con il 76enne, un imprenditore era stato costretto a cedere – a fronte di un prestito di 50 mila euro – la sua azienda del valore di 105mila (erano stati applicato al prestito tassi usurari pari al 212 %).
In altre occasioni, invece, l’imprenditore di Taviano, al fine di occultare la reale natura dei rapporti intercorsi, avrebbe simulato la vendita di terreni agricoli alle sue vittime, dopodiché avrebbe fatto seguito il pagamento del prezzo fissato, a mezzo di assegni: un modo per attribuire un’apparente lecita causa economico-giuridica alla restituzione della somma di denaro ricevuta in prestito.
In mattinata, dunque, i finanzieri hanno proceduto al sequestro “ per sproporzione”, come disciplinato dalla normativa antimafia, che consente, anche per il reato di usura, di sottoporre a sequestro il patrimonio del presunto responsabile, nel caso in cui, a seguito di accertamenti economici-patrimoniali, risulti una sproporzione tra i redditi dichiarati o l’attività economica svolta e le sue possidenze patrimoniali. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Lecce Simona Panzera, su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Capoccia. Alberto Trisolino è stato denunciato per usura ed esercizio abusivo di attività creditizia.