I corpi sono stati ritrovati ed i presunti assassini arrestati. È giunto ad una svolta il duplice omicidio di Massimiliano Marino e Luca Greco, rispettivamente 34enne di San Donaci e 38enne di Squinzano residente a Campi, scomparsi nel nulla il 10 marzo scorso.
Alle prime luci del mattino, infatti, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere – richieste dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia – a carico dei presunti assassini.
Si tratta di tre uomini di Campi Salentina, tutti noti alle forze dell’ordine: il presunto autore materiale del duplice omicidio è Mino Perrino, 38enne, accusato anche della soppressione dei cadaveri, mentre i due complici Luigi Tasco e Franz Occhineri, 45 e 34 anni, sono ritenuti responsabili, in concorso, di favoreggiamento in duplice omicidio e soppressione di cadavere.
Nessun omicidio di mafia, nessun “affare” finito male. Dietro l’omicidio dei due scomparsi ci sarebbe una “vendetta”, per alcuni apprezzamenti pesanti, che Marino avrebbe rivolto alla convivente del Perrino.
Il 38enne, per vendicarsi delle avances del rivale, avrebbe attirato lui e l’amico in una trappola mortale. Luca Greco, praticamente, non c’entrava nulla, ma si è ritrovato ad essere un testimone scomodo e per questo è stato ucciso.
L’omicidio dopo il caffè. È uno degli elementi emersi durante la conferenza stampa indetta dal procuratore capo Cataldo Motta e dai vertici dell’Arma. Pare, infatti, che le due vittime avessero preso un caffè a casa del Perrino, loro conoscente, il pomeriggio del 10 marzo scorso. Marino e Greco avrebbero dovuto recarsi al centro commerciale Ipercoop per l’acquisto di una batteria, come avevano riferito alle rispettive mogli, ma dopo quel caffè scomparvero nel nulla ed i loro cellulari non furono più accesi.
Al momento non è chiaro come siano stati uccisi i due uomini, i cui corpi, dopo giorni di scavi e ricerche, sono stati ritrovati in un pozzo nelle campagne di Campi Salentina, alle spalle del cimitero comunale. La zona, già da tempo, era al centro dell’attenzione degli investigatori, certi di trovare in quell’appezzamento di terreno ciò che stavano cercando.
In queste ore sono sul posto i carabinieri, i vigili del fuoco ed il medico legale Alberto Tortorella. Non è noto neppure dove sia avvenuto realmente l’omicidio, ma la zona dovrebbe essere – riferiscono gli inquirenti – quella compresa tra il luogo il cui sono stati ritrovati i cadaveri e la campagna dove, il 13 marzo scorso, tre giorni dopo la scomparsa dei due, fu ritrovata completamente distrutta dalle fiamme la Lancia Lybra, sulla quale Marino e Greco si erano allontanati il pomeriggio della domenica precedente.
Le operazioni per recuperare i corpi procedono con difficoltà, poiché il pozzo interrato, profondo un paio di metri, ha una imboccatura piuttosto stretta, di circa 40 centimetri. E lì, Marino e Greco, sarebbero stati gettati il giorno stesso della scomparsa, dopo essere stati uccisi.
“Alla luce anche dei personaggi coinvolti nella vicenda, credevamo di trovarci davanti ad un omicidio di mafia, o qualcosa di simile. Invece tutto è stato scatenato da alcune avances. Se è bastasto un complimento pesante per uccidere – è il commento laconico del Procuratore Capo Cataldo Motta – siamo proprio arrivati alla frutta”.