FELLINE (Lecce) – In quel corpo da uomo non si sentiva già da tempo a suo agio e aveva così deciso di sobbarcarsi un lungo viaggio intercontinentale, per sottoporsi ad un delicato intervento e appropriarsi una volta per tutte del proprio fisico.
Ma quando Giampiero Placì, 36enne, originario di Casarano e residente a Felline, frazione di Alliste, presentò istanza presso il Tribunale civile per chiedere che il proprio stato civile da “maschile” venisse modificato in “femminile” la sua richiesta venne rigettata.
Il colpo di scena, però, non si è fatto attendere ed è arrivato nei giorni scorsi quando la Corte d’Appello ha ritenuto fondato il ricorso autorizzando di fatto il Comune in cui è stato redatto l’atto di nascita a rettificare lo status civile con l’indicazione del “sesso femminile” invece di “sesso maschile” accanto al nome. L’infermiera professionale ha così vinto la propria battaglia giudiziaria grazie alla sua tenacia e al desiderio di infrangere le barriere dei pregiudizi che, a volte, vanno a braccetto con il rispetto delle leggi e della fredda giurisprudenza.
La Placì, già da tempo, soffriva in quel corpo che non sentiva appartenerle e nel novembre di un anno fa decise di fare le valigie con in tasca un biglietto d’aereo per la Thailandia. Così, in un centro estetico di chirurgia plastica di Bangkok si sottopose ad un delicato intervento chirurgico perfettamente riuscito con il quale la Placì si doveva ritenere a tutti gli effetti “una donna sterile e infeconda” così come confermò una visita specialistica effettuata subito dopo l’operazione.
La Placì, a quel punto, richiese la rettifica degli atti di stato civile con l’attribuzione del sesso femminile in sostituzione di quello maschile fino ad allora posseduto ma i giudici della seconda sezione civile del Tribunale di Lecce (Presidente Giovanni Romano), nello scorso mese di marzo, rigettarono l’istanza “per l’assenza di una preventiva autorizzazione al trattamento chirurgico di modificazione del sesso”.
Il Tribunale motivò la propria decisione sostenendo anche che quando l’adeguamento dei caratteri sessuali deve essereoperato in via chirurgica, è necessario essere preventivamente autorizzati dal giudice, addirittura con una sentenza in forma collegiale e con l’intervento necessario del pubblico ministero. Il controllo, poi, serve a scongiurare situazioni di pericolo per l’età o per le particolari condizioni di salute dell’interessato.
Rigettata l’istanza, la Placì, assistita dall’avvocato Roberto De Mitri Aymone, non si rassegnò e decise di presentare un ricorso dinanzi ai giudici della Corte d’Appello ritenendo ingiusto il decreto emesso dal Tribunale.
Francesco Oliva